Di
professione nullafacente col vizio di apparire, di fatto, pedofilo convinto, il disturbatore seriale,
ma soprattutto mentale, Gabriele Paolini è stato condannato a cinque
anni di carcere per avere avuto rapporti sessuali con tre minorenni, nel 2013,
in cambio di denaro e regalini vari, convincendoli anche a filmare i rapporti.
Nei
suoi confronti le accuse sono di induzione alla prostituzione minorile,
produzione di materiale pedopornografico e tentata violenza sessuale.
Per questa vicenda, già nel
novembre di quell’anno, era finito nel carcere di Regina Coeli, ma dopo qualche
mese tornò libero con l'obbligo di portare il braccialetto elettronico.
Malato
cronico di esibizionismo, dall'indole deviata, si è proposto e imposto a
lungo con smorfie, corna, boccacce, battute, frizzi, lazzi e cotillons.
E' il
suo vasto repertorio, esibito alle spalle dell'inviato di turno, cui rubava un
po' di spazio e di mediatica attenzione.
Dopo aver preso calci, schiaffi e botte, più o meno in diretta TV, ora l'idiota presenzialista-disturbatore Gabriele Paolini, nomade della casareccia truculenza, alla continua ricerca di un’identità mai posseduta, esprimerà finalmente la sua mimica e la raffinata gestualità di vanesio e inutile artista di strada, dietro le sbarre di Rebibbia.
Dopo aver preso calci, schiaffi e botte, più o meno in diretta TV, ora l'idiota presenzialista-disturbatore Gabriele Paolini, nomade della casareccia truculenza, alla continua ricerca di un’identità mai posseduta, esprimerà finalmente la sua mimica e la raffinata gestualità di vanesio e inutile artista di strada, dietro le sbarre di Rebibbia.
Coerente e
fedele al suo personaggio: sempre dietro qualcuno o qualcosa.
Mai
davanti, minori a parte.
9 giugno 2017 (Alfredo Laurano)
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