Montecitorio
ha perso la sua nonnina “incazzosa” e popolare.
Annarella,
genuina pasionaria, saggia, semplice e ruspante, se n’è andata a 91 anni.
La “pensionata comunista”
trasteverina – così amava definirsi – era più celebre dei tanti politici che
contestava puntualmente davanti al Palazzo del Potere. Tutti, in qualche modo,
la temevano per sue battute caustiche e pungenti, per sue critiche dirette e
senza sconti, per la sua schiettezza trasparente e popolare. Il suo bersaglio
preferito era Silvio Berlusconi, che per anni ha sbeffeggiato.
Era
diventata, col tempo, anche idolo del web, perché incarnava la vena ironica e
schietta dei romani, una specie di novello “Pasquino”, sempre in diretta voce,
che “non te le mannava a dì”.
I
suoi ultimi anni li ha passati lì, davanti a quel Palazzo, e a volte, anche al
Senato, con il sole e con la pioggia, a commentare le cazzate dei politici, a
modo suo, tra un "vaffa" e "li mortacci", ma anche con consigli
e abbracci con alcuni.
La
conoscevano tutti, deputati, cronisti, operatori e comuni cittadini.
Con
l'"onorevole Annarella", parlamentare aggiunta e simbolo pacifico
della piazza non violenta, se ne va un personaggio autentico, folcloristico e
verace, un pezzo di anima popolare, e liberamente populista, che solo un certo
cinema avrebbe saputo e potuto raccontare.
E’
giusto dedicarle un semplice pensiero, come hanno fatto in molti in queste ore,
sul Web e sulla stampa.
Non
a caso, davanti a Montecitorio, sono apparsi dei manifesti per ricordarla.
Ciao
piccola Annarè, nonnina impertinente dello sberleffo e della presa in giro, la
tua ironia senza pretese mancherà a quella grande piazza.
E
mancherà quel “Movimento 5 litri”, che volevi fondare, perché "per sopportà i politici incapaci bisogna
solo 'mbriacasse".
Quanto c’hai ragione!
(Alfredo
Laurano)
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