L’arroganza al volante, la strafottenza, la mancanza di
senso civico e di responsabilità. Oltre al menefreghismo nei confronti delle
norme e delle leggi e, soprattutto, della vita altrui.
Guidare senza patente, senza giudizio e sotto gli effetti
di fumo pesante e droghe varie è di per sé una condizione di rischio e di pericolo.
Quando si corre su una strada, si è nella realtà, non si
viaggia in una fiction dove tutto si può gestire, inventare o modificare.
Qualcuno, forse, avrebbe dovuto ricordarlo al giovane Domenico
Diele, volto emergente del cinema e della tv, che dovrà rispondere di omicidio
stradale aggravato per aver investito e ucciso l’altra notte una donna di 48
anni nei pressi dell'uscita autostradale di Montecorvino Pugliano, nel
Salernitano.
L'attore, impegnato nelle riprese di “Una vita spericolata”,
ha forse confuso una scena cinematografica del film che stava girando, dal
titolo tristemente evocativo e simbolico, con una sequenza tragica di morte.
È stato arrestato e le successive analisi, cui è stato
sottoposto, hanno accertato, che guidava sotto l'effetto di sostanze
stupefacenti.
È emerso, inoltre, che il giovane non potesse usare l’auto,
in quanto la sua patente era stata sospesa nel 2016, anche allora per uso di
stupefacenti.
Per queste ragioni, a mio avviso, il reato andrebbe derubricato da
omicidio stradale a premeditato o volontario.
Chi guida sotto l’effetto di droghe o di alcol sa di non
essere lucido, razionale e totalmente consapevole, sa di essere appannato,
alterato nella visibilità e nelle percezioni sensoriali. Sa che può uccidere.
(Alfredo
Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento