Un altro gentiluomo se n’è andato stamattina: era il
narrator cortese.
Autore, conduttore, storico della televisione, del mondo
musicale e cinematografico, profondo conoscitore delle dinamiche e dei segreti dello
spettacolo in generale, nonché appassionato cantastorie e divulgatore di storie
popolari, Paolo Limiti è stato per anni un vero “signore” della TV, molto amato
e condiviso, un uomo d’altri tempi, una figura romantica e gentile.
Conosceva tutto
di tutti, ha collaborato con tutti, da Mina in poi, fino ai giorni d’oggi.
Sapeva di miti e di canzoni (che scriveva pure con successo),
di lirica, di operetta, di dive e personaggi celebri che raccontava nell’intimità,
con rispetto ed eleganza, senza mai scadere nel facile gossip quotidiano.
Misurato e coinvolgente, sapeva intrattenere, e spesso
incantare, qualunque pubblico, come pochi, con le sue storie vere e dettagliate,
con il suo stile sobrio, con la sua naturale capacità di rievocare il passato
con garbo, precisione e competenza, di giocare con i ricordi e la nostalgia,
arricchiti di aneddoti e curiosità.
Interprete di una TV pulita, ben lontana dalla banalità e
dal diffuso trash che spesso l’inquina e la corrode, Limiti è stato un sincero amico
di famiglia, un custode genuino della memoria collettiva, un affabulatore
delicato, che amava e faceva amare le straordinarie favole che narrava.
(Alfredo Laurano)
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