Si è rivolto ai partiti, ai politici, ai
tanti giovani che siedono oggi in Parlamento ma, soprattutto, ha parlato agli
italiani. Dei loro bisogni, delle loro attese, delle ingiustizie, dell’emarginazione,
delle nuove povertà, sottolineando i tanti problemi che la crisi ha
moltiplicato e a cui le istituzioni devono poter e saper rispondere.
Ha toccato ogni tema, ogni aspetto della vita
sociale e quotidiana: il diritto all’uguaglianza, allo studio, al lavoro, alle
cure sanitarie, alla giustizia, alla sicurezza delle donne.
Ha ricordato la Resistenza, la lotta alle
mafie, antiche e nuove, al terrorismo, all’evasione e alla dilagante corruzione.
Ha rivolto un saluto agli stranieri, ha
invocato la pace e il ripudio della guerra.
Ha indicato la strada dell’unità e delle
riforme, nel rispetto della Costituzione.
Si è dichiarato arbitro imparziale, contando
sulla correttezza dei giocatori tutti.
32 minuti di serietà e impegno, interrotti da
una quarantina di convinti applausi bipartisan, per presentarsi in diretta alla
nazione, auspicando un’Italia sempre più libera, sicura e solidale.
Parole semplici, laiche e profonde, piene di
sensibilità, cariche di speranza.
Non
resta che aspettare i fatti.
3
febbraio 2015 (Alfredo Laurano)
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