Dopo il Jobs Act, Alfano esulta e giura fedeltà a Renzi, almeno
fino al 2018. La minoranza PD è in rivolta. La Boldrini si sveglia e censura
l’uomo solo al comando. Vendola e CGIL parlano di controriforma. Salvini
sceglie la felpa quotidiana. E Silvio?
Silvio cogita, si astiene dal giudizio e comincia percepire gli
effetti della sua colpevole leggerezza e fatuità.
E’ quasi libero dai servizi sociali, pronto a tornare in campo,
ma non aveva stilato un contratto a “tutele crescenti” con le sue poco fedeli
dame di conforto e compagnia. Non serviva: le pagava bene e pagava lautamente
il loro silenzio, la loro dedizione.
Il silenzio è d’oro, lo sanno tutti. Col denaro tutto si compra:
case, cose, deputati, zoccole, ruffiani, mediatori, giudici e lenoni.
Ma le mignotte di livello, che sono tante, furbe e pronte a
tutto, vanno tutte compensate allo stesso modo, altrimenti nascono gelosie,
invidie e risentimenti che potrebbero provocare improvvisi ritorni di memoria e
un bisogno impellente di confidarsi, di confessare per amor di giustizia e
verità, per tardivo pentimento o per carità cristiana.
Basta che parli la prima, indignata, offesa e discriminata sul
piano del valore commerciale, le altre seguono a ruota.
E allora, com’è noto anche in letteratura e cinema a tinte
gialle, si diventa inerme ostaggio di chiunque, facile vittima di possibili
ricatti.
Ma il grande statista crapulone, questo non l’ha mai capito,
forse ottenebrato dal profumo di giovane patonza: vizi privati, pubbliche virtù
e ricatti a gogò.
E’ utile ricordare che questa patetica caricatura d'uomo e di
politico è stato votato da una massa di italiani per 20 anni e conta ancora,
stando ai sondaggi, su un 13%.
Sono tanti quei connazionali che non hanno mai considerato
importanti i suoi comportamenti, le sue campagne acquisti, i suoi spargimenti di
bugie e di denaro e i suoi proverbiali bunga-bunga.
Anzi, ne hanno fatto spesso
oggetto di ammiccante ammirazione, suscitando invidia in compari ed avversari.
Come se si trattasse di un comune cittadino puttaniere e non di un presidente
del Consiglio.
Questi
cittadini fanno paura e, anche, un po’ senso: quelli che lo hanno votato e
quelli che sono ancora pronti a farlo.
La
generosità di Silvio Berlusconi, va detto, non ha confini.
L’inchiesta
Ruby ter, giorno dopo giorno, rivela quanti soldi abbia versato, quante case
abbia dispensato, quanti regali abbia fatto, in cambio di silenzio, alle sue
Olgettine, alla giovane marocchina spacciata per nipote di Mubarak e a Nicole
Minetti, igienista dentale ed ex consigliera regionale.
Solo lei avrebbe
ricevuto mezzo milione di euro e regalie di 15000 euro mensili.
Un
po’ caruccia la pulizia della dentiera!
La
domenicana Marysthell Polanco, un’altra delle tante ragazze della compagnia di
Arcore, a libro paga, ha chiesto nei giorni scorsi alla Boccassini - titolare della
pubblica accusa nei processi Ruby - di essere sentita sul caso. Si sta parlando
addosso!
A meno che, forse, non le arrivi qualche
altro bonifico dal cielo azzurro di Villa S. Martino.
22
febbraio 2015 (Alfredo Laurano)
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