Se capitate nel paese del Piglio, patria del
Cesanese - ma consiglio di andarci di proposito - c’è un vicoletto nascosto dove, quasi per
magia, si apre un luogo “antico” e di sapori e profumi, quasi dimenticati.
Un luogo veramente fatato e suggestivo che riesce a raccontare con i suoi piatti la storia di una cucina semplice e genuina. Il nome del locale è già evocativo dell’atmosfera che lì si respira.
Un luogo veramente fatato e suggestivo che riesce a raccontare con i suoi piatti la storia di una cucina semplice e genuina. Il nome del locale è già evocativo dell’atmosfera che lì si respira.
L'Osteria del Vicolo Fatato è un piccolo ma
accogliente spazio, dove il tempo sembra essersi fermato.
Sulle pareti,
immagini, locandine, giornali e oggetti d’epoca in puro stile vintage e retrò,
come la stessa piacevolissima musica di sottofondo, che spazia dagli anni
trenta ai sessanta.
Ad accogliervi ogni volta, con la massima
gentilezza e cortesia, è Pompeo, preparato titolare del locale, con Nadia,
l’eccellente cuoca-moglie in cucina.
Attento, professionale e riservato illustra i
piatti e i vini, sottovoce. Li “narra” con maestria e con amore e ne descrive,
senza fretta, ingredienti e tipo di cottura.
Il menu cambia praticamente tutti giorni e rispetta
le stagionalità e la filiera corta.
Lo schema delle portate comprende, di solito,
otto antipasti sfiziosi e particolari (da non perdere), tre primi, tre secondi,
tre dolci. Si può optare per qualunque scelta: assaggi, tris, una minestra, una
pasta, un piatto al forno o fermarsi quando, dopo aver saziato gli occhi, anche
lo stomaco si arrende.
Qualche esempio per stuzzicare un po’ la
fantasia: spiedino di frittata ai fiori di zucca e provola affumicata, con
pesto di valeriana e mandorle, melanzana farcita con cacio di bufala e
basilico, tortino con purea di patate e mortadella al tartufo, con crema
pasticcera alla cipolla rossa, peperone farcito con trito di pollo e olive,
pomodori ripieni di sardine, pecorino e finocchietto selvatico, bignè col pecorino
e i broccoletti, i cannoli di formaggio con semi di papavero e funghi pioppini
e porcini.
Fra i primi, strepitosa la
zuppa di fagioli, lenticchie, orzo, farro e porro, le fettuccine fatte in casa
con petto d'anatra affumicato, pioppini, galletti e pomodoro. Poi, maialino
farcito, con brandy, zafferano e coriandolo e servito su letto di finocchi e un
tenerissimo fianchetto di manzo al vino rosso e tartufo, con cicoria selvatica.
Sono sapori antichi, tradizionali, semplici,
ma la creatività del simpatico Pompeo, personaggio perfettamente integrato e
proiettato nello stile e nell’epoca, anche nei modi, è sorprendente negli
abbinamenti e non ha limiti, anche quando presenta e spiega le portate
soddisfacendo ogni curiosità.
Ci sono stato molte volte, con amici,
familiari e compagni di lavoro - tutti entusiasti e più che soddisfatti - e non
mi è mai capitato di assaggiare qualcosa che avevo già provato in
precedenza. Ogni visita è una piacevole sorpresa.
Al Vicolo Fatato non si mangia in maniera
sbrigativa, ma si assaporano cibi prelibati a cui va dedicata tutta
l’attenzione che meritano, respirando, peraltro, un'aria d’amicizia e da pranzo
di famiglia.
Il caffè è servito con la moka e il prezzo è assolutamente commovente, rispetto alla qualità e
alla quantità delle proposte.
L'Osteria del Vicolo Fatato è un posto quasi
unico e coinvolgente, da salvaguardare. Un’oasi di poesia e tranquillità,
perfetta per evadere dalla frenesia dei fast food e dalla superficialità di
ristoranti senz'anima.
Ogni pasto è un’esperienza culturale che
esalta i sensi, la mente e le papille, un viaggio riflessivo nella terra del
gusto e del piacere, dove non si divora, ma si degusta lentamente.
Dove tutto è veramente slow, rilassante e di
eccellente qualità.
Dove il
tempo si è fermato per farci pensare anche a ciò che mangiamo e, quindi, a ciò
che magicamente siamo.
19 febbraio 2015 (Alfredo Laurano)
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