Francamente, non lo sapevo, me l’ha
segnalato l’attenta amica Dada, che ringrazio.
La famiglia più numerosa d’Italia: 16
figli, 18 persone. Che tutti giorni devono mangiare, dormire, lavarsi,
organizzarsi.
Che entrate hanno, che aiuti? Quanto è
grande la loro casa? Quanti bagni hanno? Fanno i turni per mangiare? Devono
studiare, socializzare, trovare un lavoro.
Che senso ha farli sfilare sul palco dell’Ariston?
Come numero da baraccone? Per predisporli a
una marchetta commerciale, a uno scoop per riempire spazi e talk televisivi?
Cos’è, uno spot per spingere a fare più
figli per la patria? O per incrementare l’esercito delle sentinelle in piedi e silenziose?
Un messaggio poco subliminale per rinvigorire il senso religioso? Fanatismo e
integralismo in eurovisione per popolo e nazione.
E' abbastanza evidente, oggi, che nessuno si
può permettere di avere una famiglia numerosa come quella. Di mettere al mondo
un esercito di precari e disoccupati. Né si può concepire di proporre questi
signori come esempio da seguire.
Addirittura, anche il papa ha detto che non
ci si deve riprodurre come conigli. Ma si è sbagliato.
Tutto ciò, per chi non lo sapesse, è opera
dello Spirito Santo.
“Siamo
una famiglia straordinariamente normale, noi abbiamo solo risposto alla
chiamata del Signore. Siamo cattolici e quando ci siamo sposati con mia moglie
Rita non abbiamo fissato un numero, abbiamo deciso solo di fare la volontà di
Dio.
Si,
c’è anche la paura, la preoccupazione di non farcela. Ma c’è anche la fede che provvede
sempre: la nostra non è ignoranza, non siamo incoscienti. Siamo perfettamente
consapevoli di quello che avviene e sappiamo che sempre Dio ci tiene per mano”.
Considerato che, grazie alla natura, la
generosa fattrice, prima o poi, andrà per sua fortuna in menopausa, mi viene da
pensare con malizia che il povero pater familias si è accoppiato con la
fedelissima sua compagna solo sedici volte nella sua sofferta vita sessuale (a
Roma si dice, ogni botta ‘na tacchia) e, forse, non potrà più farlo per sopraggiunti
limiti di spazio e di risorse. Perché è “consapevole e cosciente”.
Pensate se non lo fosse!
12 febbraio 2015 (Alfredo Laurano)
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