Troppe sparate, troppe cazzate, troppe urla,
insulti e minacce dai palchi di Grillo: hanno avuto il duplice effetto di trasformare
le elezioni europee in un duello all’ultimo sangue e, soprattutto, di
spaventare una cospicua parte del
potenziale elettorato a 5 Stelle, che vuole sì il cambiamento e la pulizia, ma
non le purghe e le espulsioni, le marce su Roma o i processi sulla pubblica
piazza del Web.
Che non vuole nemmeno, non gradisce e non
approva che il socio Casaleggio - che fa
danni come apre bocca - nel comizio di chiusura, arringhi la folla di San
Giovanni evocando e sfruttando l’icona Berlinguer in un patetico, quanto
inopportuno: “Tutti insieme scandiamo: Ber-lin-guer, Ber-lin-guer”.
Questo coro, percepito chiaramente come
falso e ipocrita espediente elettorale, deve aver fatto crollare la residua
stima di quei grillini che conservano un nobile animo di sinistra.
Il risultato è adesso sotto gli occhi di
tutti. Una clamorosa e pesante sconfitta che deve far riflettere su errori e
strategie.
Un’ineffabile
e inconsistente Roberta Lombardi, questa notte, mentre tutti fermentavano fra
exit poll e proiezioni, dichiarava con heidiano candore: “Grillo? A quest’ora
sta dormendo!”
Per Renzi, l’ebetino di Firenze, è stato
facile stravincere e doppiare Grillo l’assassino, cancellare il peccato
originale della mancata investitura popolare, con questo inatteso, ma trionfale,
battesimo elettorale purificatore.
Gli ottanta euro, come fu per Berlusconi
con l’Imu sulla casa, sono stati un investimento giusto, una spesa fatta bene
che ha dato grandi risultati e utilissimo tornaconto.
E riacceso un minimo di speranza in chi era
già alla frutta, anzi alla fame.
Del terzo, il badante Berlusconi, tra
fughe, condanne e latitanze varie, c’era già alla vigilia, una consapevole
percezione di avvio all’archiviazione, prima del macero. Un odore di muffa, di
antico e di non più sopportabile che si alternava alla preghiera alla madonna d’Arcore
e alla speranza di contare ancora.
La Lega,
sfruttando le solite, ataviche paure e le contingenti intolleranze, mantiene
salda la quota di razzismo nel Paese, per non smentire la lenta e difficile evoluzione
culturale degli italiani.
I
Fratelli d’Italia non ce la fanno e si consolano con quelli Cisalpini di Le Pen.
Ce l’ha
fa, a fatica, Alfano e i suoi ex berlusconiani, grazie al patto di governo col
PD e alle utilissime mini-intese. Conta parecchio avere il Viminale!
E, come per miracolo della cultura
ellenica, arriva al quorum anche la Lista Tsipras che, peraltro, ha stravinto
in Grecia.
Ogni singolo voto è stato conquistato nelle piazze,
grazie ai volontari e ai militanti che hanno convinto le persone. Senza denari,
sovvenzioni e con l’unico sostegno di grandi personalità e intellettuali.
Tutto,
gestito, proposto e presentato, con misura ed eleganza, con la forza della
ragione e di un ideale, senza i toni aspri e sanguinolenti della peggiore
polemica politica.
26 maggio
2014
(Alfredo Laurano)
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