Alle 7,15 di quel sei maggio, uscivo di casa per cominciare la
mia nuova attività. Era il primo giorno di lavoro.
Da quel portone, insieme a me, usciva anche mia moglie, con la mamma
sottobraccio e con la pancia al nono mese. Loro andavano in clinica.
Ci salutammo lì, in un miscuglio di emozioni contrastanti, fra ansia, tensione, timore e un qualche disappunto, dovuto agli obblighi diversi.
Ci salutammo lì, in un miscuglio di emozioni contrastanti, fra ansia, tensione, timore e un qualche disappunto, dovuto agli obblighi diversi.
La mia prima giornata di lavoro non decollava, non prendeva corpo. Si disperdeva tra i pensieri.
Non c'erano i messaggi e i
telefonini. Solo attesa e trepidazione.
Alle 13,15, mi chiamano al telefono e mia suocera, sopraffatta dalla gioia, dice solo "è nata!".
La mia seconda figlia (non era un
maschio, come si diceva), era la dolce ricciolina, che ho visto, baciato e
preso in braccio, dopo qualche ora, in quel giorno, più unico che raro.....di
quarant'anni fa.
Auguri, bella ricciolina!!!
Auguri, bella ricciolina!!!
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