mercoledì 14 maggio 2014

L'UOMO DELLE RONDINI


Per quanto romanzata possa o debba essere una fiction, per ovvie ragioni d’ascolto e di genere, quella di Mister Ignis non è solo il racconto epico dell’ “operaio che fondò un impero”, ma è soprattutto la storia di un capace imprenditore dalle forti intuizioni, anche nel campo sociale e sportivo: un eroe “romantico”, la figura di un tempo che non esiste più.

Giovanni Borghi, come tanta altra gente forgiata dalla guerra, aveva conosciuto la miseria e il sacrificio. Con il padre ed i fratelli, dopo la distruzione della piccola officina di famiglia, ricominciò un coraggioso cammino di lavoro - costruendo piccoli fornelli - che a malapena garantiva il pane, ma non offriva grandi prospettive.
Era un uomo di scarsa cultura, dai toni spicci e poco inclini al dialogo e alle chiacchiere, ma essenziale e determinato nelle decisioni. Anche le più audaci e le più bizzarre.

Grazie alle sue lungimiranti visioni imprenditoriali, pure in materia di marketing, riuscì a far crescere la fabbrica fino a portarla a un successo inaspettato e a diventare un vero simbolo dell’Italia industriale, che si afferma nel mondo con le proprie forze, dopo i disastri bellici.
Negli anni sessanta, ampliando e diversificando la produzione di elettrodomestici, nacquero altri stabilimenti in Italia: la Ignis divenne una grande impresa nazionale.

Borghi fu l’uomo del fuoco (ignis) che riuscì a diventare anche  maestro del freddo, facendo in modo che, nell’era della ricostruzione, i frigoriferi entrassero il più possibile nelle case degli italiani e non solo. 
Non li venduti agli esquimesi, ma agli americani si. Anche se in quel Paese si costruivano già molto prima che in Italia.
Fu anche il primo a sponsorizzare squadre sportive, basket, ciclismo e pugilato, per averne un formidabile ritorno pubblicitario.

Tra realtà e leggenda, si racconta della sua non comune sensibilità.
Seppe stabilire con i suoi operai un rapporto sano e di reciproco rispetto, capace di interpretare bisogni e aspirazioni, al di là della dialettica sindacale. Non solo lavoro, turni e straordinari, ma anche abitazioni, svago, clima familiare, giuste motivazioni e aumenti salariali.
Pare fosse molto amato da tutti i dipendenti, almeno fino a quando l’azienda non si allargò in sedi, produzione e numero di addetti.

E, a proposito di sensibilità - sembra una favola, ma si dice documentata da fotografie - si ricorda la vicenda delle rondini che, in un inverno particolarmente rigido, non riuscivano a migrare, perché paralizzate dal grande freddo.

Il “cumènda” chiese al suo pilota di prendere l’aereo personale e di andarle a raccogliere in varie capitali del Nord-Europa. 

Gli uccelli furono presi e chiusi in gabbie di cartone e poi festosamente liberati al sole, nell’aeroporto di Napoli.
Un’arca di Noè, volante, trasformata in jet!

Era proprio l’Italia dei miracoli!

14 maggio 2014                                                                  (Alfredo Laurano)



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