È mai possibile che le sorti di un
governo, la sua eventuale nascita o la sua bocciatura e, di conseguenza, il
destino politico, economico e sociale di un Paese debba dipendere dal voto sul
Web di un manipolo di attivisti certificati cinque stelle, favorevoli o
contrari?
Trentamila persone su undici milioni di elettori del M5S lo diranno e
lo decideranno con il mouse ed un computer: da casa, dal lavoro, dal bar e sotto
l’ombrellone.
Tutti gli occhi di questo sventurata Italia sono ora puntati su
Rousseau, che non è solo il celebre filosofo-pedagogo svizzero che ha scritto “L’Emile”.
Domani, 3 settembre, dalle ore 09.00 alle ore 18.00, tutti gli iscritti
alla Piattaforma Rousseau - che non è di proprietà del Movimento, ma dell’associazione
fondata da Gianroberto Casaleggio - sono chiamati a votare sul seguente quesito
“Sei d’accordo al governo con il Pd presieduto da Conte?”
Mai come questa volta il voto sarà così delicato e decisivo, dopo
giorni di frenetiche trattative. L’esito di questa crisi di governo è ora tutta
in un click e le previsioni sono tutto meno che scontate.
Da quando è nato il Movimento 5 Stelle, questo tipo di voto è uno
strumento di democrazia diretta con cui i dirigenti intendono conoscere il parere
dei sostenitori. È uno dei punti cardine
del concetto di “democrazia dal basso”, uno strumento attraverso il quale gli
attivisti possono discutere, proporre e votare in merito ai vari temi. Quindi,
non solo consultivo.
Ma questo voto è sicuro, è affidabile? È garantito e autentico?
Può essere manomesso, alterato, hackerato, indirizzato con algoritmi o
altre magie informatiche? Non credo possa esser controllato e verificato da chi
è esterno al Movimento.
Domande legittime, visto quello che succede alle elezioni vere, in tema
di brogli, abusi, manipolazioni e compravendite.
Comunque sia, in caso di un prevalente NO (che sulla scheda on line precede stranamente il SI) da parte degli iscritti, l’ipotesi
di un esecutivo giallorosa andrebbe a naufragare con le elezioni anticipate a
novembre, che sarebbero inevitabili.
Con tutto il rispetto per Jean-Jacques, resta acceso e appeso un dubbio,
quello iniziale: perché una minuscola minoranza deve poter rappresentare il
pensiero di milioni di votanti e simpatizzanti, che non praticano il blog, che
non sono tecnologici, che non hanno neanche un computer e se ne fottono di Rousseau,
inteso come sito internet?
(Alfredo Laurano)
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