Sulle rovine di Amatrice, su quelle del ponte Morandi a
Genova, davanti alla Costa Concordia piegata su stessa, a Rigopiano dopo la
valanga, sui resti delle Torri Gemelle, ad Auschwitz o in qualsiasi altro luogo
di stragi ed attentati: non fa differenza: ogni occasione è buona per
immortalarsi in uno squallido e vergognoso selfie.
Anzi, più la tragedia di riferimento è grande, più il clamore
mediatico è alto e internazionale, più sono state le vittime dell’evento, più
quello scatto acquista valore nel listino universale della bassezza umana e
dell’imbecillità.
Una Borsa gratuita, senza pause ed orari, sempre aperta a
tutti, ricchi, poveri e sbandati di ogni ceto e condizione, dove non serve
registrarsi, quotarsi per scambiare titoli ed azioni.
E se si tratta di fotomontaggio è pure peggio, perché a monte
c’è la volontà, lo studio e la colpevole premeditazione.
Al massimo, in alternativa, qualcuno si accontenta di un
ipocrita abbraccio con sorriso con Salvini o con il politico preferito,
coccolato, sbaciucchiato e osannato come fosse una madonna.
È, comunque, la Borsa dei cretini.
20 settembre 2019 (Alfredo Laurano)
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