"Bella ciao", ma, soprattutto, "Bandiera
rossa", l’inno ormai archiviato da quelli del PD, hanno accolto Nicola
Zingaretti alla festa nazionale Dem di Ravenna. Il segretario, per l’occasione, era accompagnato
da Gentiloni e da cinque ministri del nuovo governo, che qualche buontempone - tipo
suor Maria Stella Gelmini di Forza Italia - ha definito spiritosamente “governo
delle tre, anzi delle quattro Sinistre”. Ovviamente, una battuta esilarante.
Però, tutto sommato, se alle feste dell’Unità, stranamente,
si alzano quelle scandalose note, cantate dagli iscritti e dai volontari
cucinieri, sembra ancora lecito parlare di Sinistre, più o meno rosa o fucsia, almeno
dal punto di vista musicale, magari con l’aggiunta dell’Internazionale e del
Canto dei Lavoratori. Un contributo storico e di tradizione che non si può ignorare
Ricordo quando, qualche decina d’anni fa, alle feste del PCI,
di Democrazia Proletaria e annessi e connessi, quei canti riempivano l’aria e
accompagnavano interventi e comizi, tra mille bandiere e i fumi e profumi delle
salsicce, condite di pane e ideali.
Ma queste voci spontanee di popolo, della base ruspante della
"Ditta e tanto antico entusiasmo tra gli stand hanno sconcertato la
minoranza renziana. Tanto che l’ex premier, proprio in questi giorni - sarà un
caso - ha dato corso alla sua nuova avventura di Italia Viva, uscendo - grazie a
Dio e grazie a Lenin - dalla gabbia del PD che ormai gli stava stretto.
Siamo nel Pd o nel Pci, mamma mia? Ha detto schifato pure Carlo
Calenda, l’altro migrante fuoruscito, non appena sono spuntate sui social le
foto e, soprattutto, i video, dell'accoglienza trionfale riservata domenica a
Zingaretti.
Quei canti così irriverenti, quelle bestemmie pesanti, quelle
oscene blasfemie, così insopportabili nella liturgia dei nuovi centristi, hanno
quindi avuto una funzione positiva: hanno accelerato, forse, un processo di
chiarezza identitaria all’interno della tradizione di una Sinistra litigiosa e
frammentata - divisa pure sulla musica - che stancamente ristagnava nell’idea,
forse romantica di un’antica fede.
Alla prossima edizione della Leopolda renziana, in programma
a ottobre, canterà solo Jovanotti... (Alfredo Laurano)
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