Come
tutti sanno, l’Epifania tutte le feste si porta via, ma in cambio lascia i
saldi nei negozi.
Tutti
per strada a caccia di occasioni, borse, scarpe, abiti firmati. Lunghe file
all’apertura dei negozi, sull’onda della contagiosa euforia da risparmio.
E’
un rito, come tanti, che da tempo si ripete nella storia del costume.
Anche
perché, non era frequente ammirare così tanti prodotti, animali, cibi e
articoli vari in larga esposizione: ricchi e poveri, nobili e contadini,
massaie e bambini non potevano resistere a tale irrinunciabile attrazione. Più
o meno, la stessa molla che muove oggi masse di consapevoli consumatori, anche
senza il determinante effetto della pubblicità e dl bisogno.
Affari,
sconti, promozioni: è la nuova etica che da tempo avanza, che combatte la crisi
e le finanze magre, che soddisfa un qualche desiderio o un obbligo sociale, che
conforta la coscienza, anche quando nulla ormai ci serve.
Ma,
un acquisto a pochi soldi, un affare che la moda impone e che ci fa sentir
felici - proprio come un bimbo che aspetta la befana - è cosa buona e giusta,
non tanto per gonfiare il guardaroba e il proprio Io, ma per celebrare il santo
rito commerciale, godendo del fascino discreto del superfluo.
6
gennaio 2019 (Alfredo Laurano)
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