Stavolta,
forse, ci siamo: lo storico mercato dell’Unità in via Cola di Rienzo a Roma
sarà restaurato, secondo un progetto che darà a quel grande spazio un nuovo
aspetto.
È
stato pubblicato il bando per la restyling della struttura, che prevede lavori
per un importo di circa 360 mila euro: dal rifacimento dei servizi igienici
all’adeguamento alle normative antincendio, dall’abbattimento delle barriere
architettoniche al consolidamento strutturale.
Sono
numerosi gli interventi previsti nel disciplinare di gara, e da tempo attesi
dagli operatori, che potrebbero essere il punto di partenza per far rinascere il
mercato più importante di Prati, anche sotto un profilo sociale.
Nelle
intenzioni dell’assessore al commercio del I° Municipio, dovrebbe diventare un
luogo dove non si va solo a fare la spesa, ma dove si potranno realizzare anche
iniziative culturali per turisti, scuole o residenti. Se ne parla da molto
tempo.
Nello
stesso settore del commercio, altre sfide riguarderanno la realizzazione di un
piano per le bancarelle di via Cola di Rienzo, via Giulio Cesare e via
Ottaviano; il controllo degli orari di apertura dei negozi di souvenir e di
tipo alimentare; le azioni di contrasto all’abusivismo edilizio e commerciale,
soprattutto in zona Borgo.
Costruito
sull'arteria commerciale di via Cola di Rienzo, il mercato coperto di Piazza
dell'Unità nel quartiere Prati è stato realizzato nel 1928 in stile neoclassico
con un portale monumentale che si affaccia sulla via e torrette agli angoli
dell'edificio.
Fino
alla seconda guerra mondiale, si sviluppava su due piani: nell'interrato - dove
ora c’è il garage - trovavano posto i banchi del pesce e le pizzicherie, mentre
a piano terra si vendeva frutta e verdura.
Ma
la vera chicca del mercato dell'Unità, negli anni Trenta, era la pista di
pattinaggio realizzata sul tetto, prima in tutta Europa, svago e attrattiva
fino allo scoppiare della guerra.
Prima
di quegli anni, tutto si svolgeva per strada: ogni mattina arrivavano i
vignaroli con il proprio carretto, pagavano la loro quota giornaliera e la
guardia forniva loro un biglietto, di un colore diverso ogni giorno. Poi, con
la costruzione della struttura coperta, i bancaroli divennero stanziali'.
Negli
anni Sessanta vantava più di 130 esercizi, ridotti oggi a non più di trenta: per
cinque anni tornò poi in strada, tra il '72 e il '77, quando l'edificio fu
ristrutturato.
“C'erano
quattro grandi fontane all'interno – racconta Vittorio – quattro teste di lupa
che buttavano acqua, ma con il restauro vennero smantellate''.
Quell’antico
mercato, in parte ancora meta di turisti e pellegrini, oltre che di residenti, deve
essere rilanciato, deve essere ripensato nelle sue articolazioni, anche per
offrire una valida alternativa alla forte concorrenza della grande
distribuzione.
Nonostante
il ricambio generazionale non lo favorisca, oggi sopravvive grazie alla
clientela storica e a una serie di trattorie e ristoranti che, ancora lì,
acquistano i prodotti per fiducia ed amicizia.
Come
fanno le famiglie di quartiere, affezionate a quei banchi e a chi sta dietro,
che ti offre un dolce mandarino.
(Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento