Un atto di generosità futura in divenire,
un singolare tentativo di corruzione in fieri, legato alla precarietà della
vita, senza esserci un apparente straccio di legame parentale o sentimentale.
Certo, sta storia della polizza ha
dell’incredibile, oltre che essere comica e surreale.
E’
come se Romeo, quello dei Montecchi, avesse stipulato e, pare, non detto alla
sua vagheggiata ma eterea Giulietta, quella dei Capuleti, un’assicurazione sulla vita, sulla sua propria
vita a rischio: “questa polizza di trentamila
scudi l’ho fatta per te, luce degli occhi miei, nel caso i tuoi parenti
dovessero ammazzarmi.” Anche se la sua ricca famiglia non ne avesse affatto
bisogno.
E’ come se la Giulietta veronese, che a
Roma, sette secoli dopo, si chiama Virginia e fa di mestiere il sindaco, forse
a sua insaputa, dovesse metterci la faccia, rovinarsi la reputazione politica e
personale, premiare il folle stipulatore, previdente e riservato, con un ottimo
reincarico (sei mesi dopo) e un cospicuo aumento di stipendio.
Sempre nella segreta speranza che schiatti
al più presto!
Magari scivolando dai tetti del
Campidoglio, dove a volte consumavano un panino nella pausa pranzo, magari con
una lieve spintarella o un casuale contatto ravvicinato. Sempre che
Giulietta-Virginia ne fosse consapevole!
E se precipitasse prima lei da quel
balcone affacciato sul più bel panorama del mondo?
Forse siamo oltre l’etica, l’estetica e la ragione. Stiamo superando la realtà sensibile per entrare nella dimensione del sogno e della fantasia.
Forse siamo oltre l’etica, l’estetica e la ragione. Stiamo superando la realtà sensibile per entrare nella dimensione del sogno e della fantasia.
Ma che senso ha?
Insomma,
come bell’esempio di sistema corruttivo sui generis, non c’è che dire!
(Alfredo Laurano)
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