E’ la nobile arte dello spettacolo che
diverte e che coinvolge e che fa pure pensare.
“Te
vojo di’ che ‘na risata aiuta a vivere, nun se pò sta tutta la vita a baccajà”.
Sulla pista palcoscenico del Verdi di
Montecatini, son tornati a correre cavalli di purissima razza, allevati,
custoditi e cavalcati nella scuderia dell’arte e del teatro, da un unico, epico
Gigi Proietti.
Da quel prezioso maneggio, che si ammanta
di un vasto repertorio popolare, canoro,
mimico, drammaturgico, parodistico, comico, poetico e multiculturale, “Cavalli
di Battaglia” ha sancito il ritorno in televisione di Gigi Proietti,
accompagnato da una puntuale orchestra, dal corpo di ballo e da grandi ospiti
del panorama artistico italiano.
Piovani, Baglioni, Venditti, Guzzanti, Dandini, Arbore, Laurito, Teocoli, Marcorè, Guaccero e i suoi figliocci Brignano, Cirilli e Laganà e tanti altri, che hanno aggiunto spessore e qualità a uno show, tutto suo e a tutto campo, che lo ha visto esibirsi in quattro straordinarie serate senza tempo (oltre tre ore e mezzo ciascuna), confrontarsi e duettare con tanti amici e colleghi dello spettacolo, raccontare e rievocare storie e mitici personaggi del passato. Un fantastico mix di comicità e intelligenza, di musica, teatro ed operetta, di nostalgie senza tempo, né retorica.
Piovani, Baglioni, Venditti, Guzzanti, Dandini, Arbore, Laurito, Teocoli, Marcorè, Guaccero e i suoi figliocci Brignano, Cirilli e Laganà e tanti altri, che hanno aggiunto spessore e qualità a uno show, tutto suo e a tutto campo, che lo ha visto esibirsi in quattro straordinarie serate senza tempo (oltre tre ore e mezzo ciascuna), confrontarsi e duettare con tanti amici e colleghi dello spettacolo, raccontare e rievocare storie e mitici personaggi del passato. Un fantastico mix di comicità e intelligenza, di musica, teatro ed operetta, di nostalgie senza tempo, né retorica.
Tutti gli hanno reso omaggio, come
peraltro il pubblico in sala e quello numerosissimo davanti alla TV. Ne hanno
sottolineato l’abilità, la capacità, la facilità comunicativa e la
straordinaria disinvoltura in tutte le sue interpretazioni.
Tutti
si sono inchinati alla sua bravura, gli hanno riconosciuto prestigio,
superiorità e sovranità artistica.
Monologhi e canzoni, battute e
barzellette, sorrisi e ammiccamenti e una serie infinita di pezzi di bravura ineccepibili, con
padronanza assoluta della scena e della tecnica e una buona dose di virtuosismo
lo hanno consacrato e collocato, ove ce ne fosse ancora bisogno, nell’Olimpo
della genialità.
Cinquant’anni
di carriera che sembra appena cominciata, cinquant’anni di emozioni, di
pensieri, di varietà e divertimento puro, scaturiti da una straordinaria forza
espressiva e da una naturale mimica facciale, da momenti di pianto e di riso,
da sguardi, da gesti e movimenti: dal conte
Duval a Toto e la sauna, da Gastone a Pietro Ammicca, dal Barcarolo al
Fattaccio del vicolo del Moro.
C’è da stupirsi, oltretutto, che a 76 anni conservi ancora i suoi tanti
testi a memoria! Forse perché, come ha detto, lui non
invecchia…ma si antichizza!
Amato, carismatico e coinvolgente,
dialoga col pubblico, che lo asseconda e lo segue in estasi, come si fa con un
vecchio amico.
Senza liti e senza urla, senza mai
volgarità o esibizioni scontate e banali, l’istrionico guitto della romanità ci
ha restituito la dignità dell'intrattenimento e il privilegio di ascoltarlo, di
vederlo e dell'essere suoi spettatori.
Ci ha regalato momenti di felicità e
commozione, ci ha ipnotizzato con la sua magia.
(Alfredo Laurano)
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