Consumato l’ennesimo strappo, è
ufficialmente nata un’altra isola nell’arcipelago della Sinistra di questo
Paese.
Si chiama "Articolo 1 - Movimento
democratici e progressisti" la nuova formazione politica lanciata da
Roberto Speranza ed Enrico Rossi, finalmente fuorusciti dal PD, insieme a
Bersani, D’Alema, Errani ed altri. Con loro, anche Arturo Scotto, in rotta con
i programmi di Sinistra Italiana.
“L’Italia
è una Repubblica fondata sul lavoro” è il tratto identitario più bello della
nostra comunità. Noi siamo questo e questo è il nostro simbolo, il nostro
progetto per l’Italia. Le parole straordinarie dell’art.1 della Costituzione
sono ancora una incompiuta. Il nostro primo punto nell'agenda di governo - ha
detto Speranza - è dare risposta a questo dramma sociale. I giovani
innanzitutto. Oggi non nasce un nuovo partito, ma un percorso, un movimento,
libero da smanie autoreferenziali, che vuole unire e ragionare in modo
inclusivo”.
Certamente lodevoli queste buone
intenzioni, ma non dimentichiamo che, a sinistra del partito ormai rimasto del
tutto in mano a Renzi - con l’eccezione del volubile Emiliano, del palloso
Orlando e del pontiere mediatore Cuperlo, a far da utili guastafeste, ma senza
speranze - già esistono Sinistra Italiana, fresca di congresso costitutivo, le
ceneri di Rifondazione Comunista, il Campo Progressista di Pisapia, Possibile
di Civati, i Cofferati, i Landini, i De Magistris, Comunisti italiani vari.
Perché gli scissionisti non sono confluiti
in una formazione già esistente, per accrescerne la consistenza politica e
sociale?
Dove andrà questo nuovo movimento dal nome
così vago, scarsamente evocativo e così poco identitario che, peraltro, sembra
già depositato da una corrente proprio renziana?
Dove si collocherà, sarà veramente
inclusivo, coltiverà il progetto di una grande forza unitaria e popolare? Vorrà
davvero resuscitare la Sinistra che ci manca?
Sarà in grado di federare quelle tante
isolette irrilevanti, ad oggi prive di rappresentatività? O, per motivi
elettorali, finirà per appoggiare proprio il PD dell’odiato Renzi?
Per ossequio alla coerenza, sarebbe
demenziale sostenerlo dall’esterno, dopo esservi usciti, forse con ritardo, ma
con coraggio e determinazione.
26 febbraio 2017 (Alfredo Laurano)
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