Ha preso la Metro a Piazza Bologna, si è
fatto tutte le fermate fino a Termini.
Lì, ha percorso tutti i varchi, i passaggi, le scale mobili. E' arrivato nel grande atrio della stazione pieno di negozi, bar, ristoranti, agenzie, edicole, posti di controllo ed è entrato nell'area treni in arrivo e in partenza.
Lì, ha percorso tutti i varchi, i passaggi, le scale mobili. E' arrivato nel grande atrio della stazione pieno di negozi, bar, ristoranti, agenzie, edicole, posti di controllo ed è entrato nell'area treni in arrivo e in partenza.
Dall'interno, lungo i binari, ha raggiunto il
suo treno per Anagni, alle Ferrovie Laziali. Vi è salito, ha viaggiato ed è
arrivato nel piccolo paese e poi a casa.
E ha tenuto sempre in mano quel fucile
giocattolo, regalo per il figlio.
In tutto questo lungo viaggio, lo ha notato
solo una donna che ha avvertito la polizia.
Scattato l'allarme, sono intervenuti tutti:
esercito, Carabinieri, P.S., Finanza, Teste di cuoio, Guardie Svizzere e
Majorette.
Urla, treni fermi e vetture bloccate,
setacciato ogni angolo, fuggi fuggi generale, esercizi chiusi, panico.
In pochi minuti, evacuata la stazione
Termini.
Per la prima volta, è macabramente vuota,
deserta. Cala il silenzio, l'atmosfera è irreale, impressionante, sconvolgente!
E se fosse stato vero quel fucile? E se
invece di fare il pizzaiolo, avesse fatto il cecchino o il terrorista?
Alfano: "Alla stazione Termini abbiamo
avuto una prova di allerta molto significativa: il meccanismo si è messo in
funzione e in pochi minuti si è individuato il soggetto" (per la cronaca,
solo quindici ore dopo).
Che efficienza, che risposta, che capacità!
Tranquilli, anche il nostro eroe fiorentino
aveva già detto e ripetuto che non dobbiamo aver paura! Perché, lui, non ne ha.
E te credo!
26 gennaio 2016
(Alfredo Laurano)
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