Per non passare da misoneista, lo
dico subito. Anzi lo ribadisco, visto che ne ho parlato e scritto diffusamente in tante occasioni, anche
recenti: sempre sia lodata, benvenuta e
benedetta la globalizzazione della comunicazione on line. Perché abolisce le
distanze e le frontiere e favorisce l’evoluzione degli individui. Perché è
anche un nuovo strumento di libertà e di
integrazione. Perché propaga, in tempo reale, informazione, cultura e
conoscenza e avvicina popoli, religioni, usi, costumi e tradizioni. Utile,
importante e ormai indispensabile. Punto.
Ma accanto a così mirabili conquiste e
virtù straordinarie, non possono mancare vizi, abusi e controindicazioni. E’
pur sempre un prodotto dell’uomo e della sua caducità. E, in qualche caso,
della sua imbecillità.
Uno degli aspetti più odiosi e
insopportabili di una certa forma di comunicazione “militante”, sentinella
sempre in servizio di guardia nella garitta della speculazione, sta nella
puntuale e immediata strumentalizzazione, a volte volgare e pretestuosa, di
fatti, episodi e affermazioni che si affacciano, spesso casualmente, agli onori
della cronaca: nera, rosa, sportiva ma, soprattutto, politica e sociale.
Ogni frase, ogni parola viene decontestualizzata.
Quindi, smembrata, scannerizzata, scarnificata, vivisezionata, passata al microscopio della convenienza partigiana, prima, e nel tritacarne della diffamazione, poi, per coglierne malafede, ambiguità e contraddizioni utili ad ogni possibile ritorsione.
Quindi, smembrata, scannerizzata, scarnificata, vivisezionata, passata al microscopio della convenienza partigiana, prima, e nel tritacarne della diffamazione, poi, per coglierne malafede, ambiguità e contraddizioni utili ad ogni possibile ritorsione.
Ogni starnuto di moscerino viene raccontato
ed enfatizzato da una certa parte politica, dalla stampa di quell’area e dalla
folta schiera di titolati trafficanti dell’insinuazione, come fosse una grave malattia.
Diventa un caso, una colpa, un peccato
mortale, un’onta imperdonabile, un reato da pagare amaramente: con le dimissioni,
l’emarginazione, la gogna mediatica e il disgusto popolare.
Non sono ammessi equivoci, dubbi,
fraintendimenti, eventuale buona fede o errate interpretazioni.
Prima
si fa fuoco, poi, eventualmente, si ragiona!
E quello “starnuto” diventa cubitale titolo
di giornale e oggetto di dibattito stucchevole e infinito. Scatena sul web una caterva di indecenti
insulti, profusi a volontà, dove ognuno
si arroga il diritto di condannare per sentito dire e di sparare slogan
patetici e sentenze inappellabili. Nel
migliore dei casi, si ricorre alla satira e all’ironia.
Altri,
a monte, fanno speculazione di bassa lega e, puntando sull’indignazione
collettiva -facilmente manovrabile - di falsi moralisti da tastiera o da talk
show pomeridiano, creano o indirizzano la pubblica opinione. Ovviamente, pro
domo sua.
Non voglio portare esempi di questo sconcio
sciacallaggio per non convogliare l’attenzione in un campo o nell’altro, per
interesse di bottega. Sono sotto gli occhi di tutti e quotidiane le vicende a cui mi riferisco, che vedono
sotto accusa quel ministro, quel parlamentare, quell’opinionista o il capo
dello stato che…. ha alzato il sopracciglio e che ha assai peccato!
Ce
n’è per tutti, per santi, artisti e puttanieri. Per star, campioni e
mattatori.
In
nessun altro ambito è così facile aggredire o inventare un nemico da bandire.
Troppi giullari, mestieranti, tuttologi ed esperti “fai da te”, imperversano in
quel mondo per fare utili e propaganda. Per suggerire facili scorciatoie, per
abbrutire ogni confronto e per creare il caso.
Prima di mettere un semplice “mi piace” ad
un commento o di condividere una sola virgola, con superficialità e
disinvoltura, forse dovremmo porci qualche domanda o farci sfiorare da un
dubbio, da un sospetto.
Meglio diffidare, che abboccare e farsi
infinocchiare!
Per
buon senso, per rispetto della verità, per onestà intellettuale.
Altrimenti, sarebbe meglio tornare ai
segnali di fumo, come nel piccolo paesino della Sardegna, dove non c’è
connessione a internete e banda larga!
Là,
dove “sotto il maestrale, urla e biancheggia il gossip e il ciarlatano”!
3 novembre 2013
AlfredoLaurano
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