A
cinquant'anni dall'assassinio di Kennedy (22 novembre 1963), sono state contate una quarantina di
diverse teorie del complotto, con un'ottantina di possibili assassini.
Sono stati chiamati in causa quali responsabili del complotto, singolarmente e in combinazioni, la CIA e l'FBI, la mafia e i petrolieri, i castristi e gli anticastristi, i comunisti e gli anticomunisti, i segregazionisti del Sud e gli industriali dell'acciaio, e perfino il vice presidente Lyndon Johnson che temeva di non essere prescelto per le elezioni del 1964.
Sono stati chiamati in causa quali responsabili del complotto, singolarmente e in combinazioni, la CIA e l'FBI, la mafia e i petrolieri, i castristi e gli anticastristi, i comunisti e gli anticomunisti, i segregazionisti del Sud e gli industriali dell'acciaio, e perfino il vice presidente Lyndon Johnson che temeva di non essere prescelto per le elezioni del 1964.
Oltre alle tantissime indagini e commissioni che hanno studiato e analizzato l'attentato, anche il cinema e la letteratura, negli anni, hanno dato la loro interpretazione, presumendo di avere trovato la verità.
Nessuna teoria è stata provata anche se tutte le ipotesi contengono qualche motivazione che può essere presa per reale.
Sembra, tuttavia, difficile o improbabile che a sparare sia stato il solo Oswald.
Secondo Fidel Castro, non fu Lee Oswald a
uccidere Kennedy. Un giornalista Usa della rivista The Atlantic, Jeffrey
Goldberg, rivela il pensiero del Lider maximo in un’intervista che per 3 anni
ha tenuto nel cassetto. Cosa pensa Castro sulla morte di Jfk è
ovviamente rilevante, visto che è stato più volte accusato di esser quantomeno
corresponsabile del “presidenticidio”.
Quell’omicidio - ha detto il leader cubano a
Goldberg - è stato “una cosa tristissima. Un giorno che non dimenticherò
mai. Come sentimmo la notizia, ci attaccammo alla radio”. Ha poi raccontato
che dopo l’assassinio ordinò di condurre un esperimento per verificare se fosse
possibile colpire Kennedy nel modo in cui si diceva fosse avvenuto: “Durante la
Rivoluzione avevamo addestrato i nostri uomini nelle montagne a sparare cosi’.
Abbiamo cercato di ricrearlo e ci siamo convinti che non poteva esserci stato
un unico assassino: quel fucile italiano non avrebbe potuto sparare tre colpi
cosi’ rapidamente”.
Quella
dell’unico sparatore, convalidata dalla Commissione Warren nel 1964,
sarebbe stata dunque, a giudizio di Fidel, una storia creata ad arte per
“ingannare la gente”.
I sospetti
di Castro crebbero dopo che Jack Ruby ferì Oswald a morte: “Una favola incredibile:
si sarebbe commosso per la morte di Kennedy al punto da uccidere Oswald con le
proprie mani”.
Ruby,
personaggio sopra le righe, si giustificò sempre dicendo "ha ucciso il mio
presidente, dovreste darmi una medaglia". Morì di cancro in carcere nel
1967.
Ben più
credibile, secondo il leader cubano, resta la tesi di Oliver Stone (JFK
1991): che un gruppo di esuli cubani anti-castristi avrebbero
complottato per uccidere il presidente. “E’ molto probabile. Penso che sia
successo proprio questo. C’era tanta gente dentro il governo americano che
considerava Kennedy un traditore perché non aveva invaso Cuba quando ne aveva
avuto la possibilità. Non fu mai perdonato per questo”.
Secondo l'ipotesi del procuratore distrettuale Garrison, il
complotto sarebbe stato studiato e pianificato dai più alti vertici dei servizi
segreti statunitensi, con la complicità dell'FBI, delle forze armate, in
collaborazione con la mafia americana e con l'avallo dell'allora vicepresidente
in carica Lyndon B. Johnson, allo scopo di poter proseguire la guerra del
Vietnam a vantaggio delle gerarchie militari e dei fornitori di armi.
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