Non so quanti abbiano visto
queste immagini o quanti vogliano vederle. Fanno male agli occhi e all'anima,
prendono allo stomaco. Morte, dolore, sofferenza, devastazione: una grandissima
tragedia umanitaria che tocca quattro milioni di persone.
Come dicono gli avvisi, con ipocrita eufemismo: "Potrebbero urtare la vostra sensibilità". Come se il problema fosse in chi le guarda e non in ciò che quelle immagini raccontano. Meglio ignorarle, allora.
Meglio non sapere, non disturbare, non vedere e lasciar dormir serena la coscienza e incentivare l'indifferenza. Come si fa con i bambini, per tutelare la loro fragile innocenza.
Come dicono gli avvisi, con ipocrita eufemismo: "Potrebbero urtare la vostra sensibilità". Come se il problema fosse in chi le guarda e non in ciò che quelle immagini raccontano. Meglio ignorarle, allora.
Meglio non sapere, non disturbare, non vedere e lasciar dormir serena la coscienza e incentivare l'indifferenza. Come si fa con i bambini, per tutelare la loro fragile innocenza.
Dopo il tifone Haiyan che ha distrutto il paese, le persone, gli animali, le case e le cose resta la disperazione di chi è sopravvissuto. La fame, la miseria, l'anarchia.
Casette crollate, tetti volati, macerie ovunque: la gente si muove nel fango e nell'acqua, tra montagne di detriti. Si saccheggia quel che resta nei negozi alimentari, gli aiuti umanitari tardano ad arrivare e sono insufficienti.
Per evitare epidemie, si seppelliscono i cadaveri in fosse comuni per riesumarli e identificarli in un secondo tempo. Tanti bambini sono soli e abbandonati, qualche sconosciuto, a volte, se ne prende cura.
E' un'incredibile inferno di dolore.
14 novembre 2013 (Alfredo Laurano)
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