Tre vele colorate per riprovare a navigare
nel procelloso mar della Sinistra, in un Italia che spesso e troppo facilmente
guarda a Destra.
Lunga fila di 1500 delegati all'assemblea
unitaria della Sinistra italiana che vede incontrarsi, all'Atlantico Live di
Roma, Mdp, Sinistra Italiana e Possibile per quella che sarà poi una lista
unitaria alle prossime elezioni.
"Qui
ci sono persone che credono nelle proprie idee - ha cominciato il presidente
del Senato Grasso, dal palco dell'Atlantico - che vogliono un'alternativa
all'indifferenza e alla rabbia inconcludente dei movimenti di protesta, alle
favole bellissime che abbiamo sentito raccontare per decenni. Tocca a noi
offrire una nuova casa a chi non si sente rappresentato. Una nuova proposta per
il paese. Io ci sono, ha continuato, perché fare politica è un onore, non una
vergogna. C'è in gioco il futuro dell'Italia e questa è la nostra sfida:
battersi perché tutti, nessuno escluso siano liberi e uguali”.
“Liberi e uguali", come il nome del nuovo
soggetto che comprende Speranza, Civati e Fratoianni, tra i diversi delegati
seduti nelle prime file. Poi, da D'Alema a Fava e a Nichi Vendola. Da Bersani a
Mussi, D'Attorre, Fassina e Loredana De Petris e tanti altri.
Voto
utile, elettoralmente irrilevanti, comanderà D’Alema? - come insinua, con usuale e congenita malizia, un
preoccupato Renzi?
Forse, nessuno lo sa, fra dubbi e
certezze, ma è un progetto sicuramente più grande di come finora è stato
raccontato, che deve e potrà crescere.
Non solo per mettere insieme la Sinistra -
nessuno è ancora riuscito a farlo - ma anche per provare a cambiare l'Italia,
la sua politica senza più identità, i suoi inciuci e i suoi rapporti di potere,
con umiltà e proposte serie, senza annunci parolai, promesse da bugiardo
marinaio e toni perentori pregni di arroganza.
E’ obbligatorio crederci - al massimo si
perde qualcosa che comunque non c’è e che, da tempo, abbiamo perso - oltre la
legittima voglia di riuscire, senza farsi scoraggiare da chi parla di rischi di
sistema, di favori ai populismi e agli avversari, di frazionismo deleterio, di voto
inutile e sprecato.
L'unico voto utile è quello di chi
costruisce speranze e porta in Parlamento i bisogni e le richieste della metà
d'Italia che non vota più. Che ha rinunciato ad un suo diritto sacrosanto per noia,
disgusto e troppa delusione.
E’ ora di levare l'ancora e di sciogliere
gli ormeggi.
E’ ora di salpare e ritrovare il largo.
Di sfidare il vento dell’ipocrisia e della
calma piatta della rassegnazione.
4 dicembre 2017 (Alfredo Laurano)
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