C’è
da chiedersi dove abbiano studiato giurisprudenza questi
avvocati-prestigiatori-funamboli che difendono i Ciontoli e in quale circo,
gioco di società o di gruppo si siano distinti per acume e perspicacia, degni di
Maigret o del miglior Poirot, umiliando il concetto di giustizia e l’elementare
rispetto della logica. Intuizioni a raffica, sparate indistintamente nel
mucchio della farneticazione fatta difesa, senza ritegno.
Ci
avevano provato con la tesi dell’incidente in località bagno, dove tutti – come
è noto – fanno la doccia nudi, davanti a un pubblico non pagante che entra,
esce o passeggia disinvolto e dove, tra un’insaponata e l’altra, ti mostra come
funziona una pistola e ti spara a bruciapelo solo per fare un esempio.
Non
paghi di testimonianze, documenti audio e dichiarazioni varie, ci hanno
riprovato con la super perizia, nell’intento di poter dimostrare che il povero
Marco mai e poi mai avrebbe avuto possibilità di salvarsi, anche se
immediatamente soccorso. Ma anche qui sono stati abbondantemente smentiti, con
sufficiente sicurezza, da esperti e consulenti di livello.
E
allora, dove attaccarsi, cosa inventare per difendere una causa che più persa
non si può?
Incredibilmente,
ma assai comicamente, gli avvocati degli imputati hanno chiesto hanno chiesto
nell'udienza odierna un termine per depositare la risposta attesa del
Policlinico Gemelli di Roma sulla disponibilità di sale operatorie e macchinari
idonei all’eventuale operazione, la notte in cui Marco è stato ferito.
Cioè,
vogliono sapere e far sapere alla Corte, alla famiglia e al popolo che ha preso
a cuore Marco, che quella sera al Gemelli forse non c’erano camere operatorie
disponibili, che forse i macchinari non funzionavano o erano in manutenzione,
che forse mancava l’energia elettrica pure ai gruppi elettrogeni, che forse
erano stati chiusi per dispetto tutti gli ospedali di Roma e d’Italia, che forse
i chirurghi erano tutti in ferie o obiettori di coscienza nei confronti di un
pericoloso ragazzo biondo di vent’anni, colpevole di aver incontrato degli
idioti assassini, privi di scrupoli e coscienza.
O
che, magari, qualche mago o chiromante avesse sconsigliato l’intervento, in
nome della ragion pura.
Quella
che forse manca a questi azzeccagarbugli che inseguono la luna.
18
dicembre 2017 (Alfredo Laurano)
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