Indagando
sulla scomparsa di due giovanissime ragazze, si scoprono non solo i loro
conflitti esistenziali, la condizione giovanile, le crisi, i sogni e i rapporti
con amici e familiari, ma anche un caso sconcertante di intrighi, affari, debolezze
e segreti inconfessabili di una provincia italiana come tante, che ha il volto
sereno e turistico di San Benedetto del Tronto, con il suo mare e le sue palme.
L’
intreccio di “Scomparsa, film TV, forse un po’ forzato nella ridondante
sceneggiatura, mette accanto al filone principale altre storie, forse troppe,
degli abitanti della cittadina, che si legano alla vicenda delle due adolescenti,
Sonia e Camilla, misteriosamente sparite, dopo una festa del liceo.
Vari
tasselli e risvolti di fatti privati ed individuali, alimentati dai vari indizi
scovati nelle indagini, indicano via via il possibile coinvolgimento di più
persone e lasciano intravedere tante diverse verità.
Una fitta galleria di
personaggi, tutti portatori di un proprio dramma personale che non lascia
spazio a equivoci o alla fantasia, si affolla intorno e dentro la vicenda,
diluendo un po’ la trama, pur fra spunti originali e interessanti. Contribuiscono
ad allungare il tessuto narrativo e, soprattutto, a creare attesa, incertezza
ed apprensione: dai genitori di Sonia, titolari di un hotel sul lungomare,
all’amico intimo di Giovanni, maestro di windsurf; dal
farmacista-sponsor alla sua bella moglie; dallo chef etnico, alla speaker
radiofonica e alla sua mamma sensitiva; dall’amico di infanzia di Sonia, a suo
padre primario di chirurgia; dal giovane Armadillo, in eterno conflitto con il
padre, all’inviato del giornale, giunto da Roma.
“Scomparsa”
è una storia corale, sconcertante e intricata, che racconta il mondo degli
adolescenti e la fragilità dei più giovani, ma, soprattutto, i vizi e le trame
sporche di adulti senza scrupoli.
Tutto
ruota, comunque, intorno alla figura centrale e fondamentale della psichiatra Nora,
una Vanessa Incontrada - madre disperata della scomparsa Camilla - sempre più
amata dal pubblico, capace di esprimere grande forza, fascino ed eleganza, con
uno sguardo o un semplice gesto. Bella, naturale e combattiva è sempre aderente
alle diverse situazioni di speranza o di delusione, ai momenti in cui la
macchina da presa coglie, senza indugi, la sua palpabile ansia, la sua angoscia.
Al
suo fianco, il vice questore interpretato da un eccellente Giuseppe Zeno,
credibilissimo sia nel ruolo di poliziotto intelligente e attento, che in
quello di padre solo e pieno di problemi familiari con la ex.
Anche tutti gli altri attori
disegnano icastiche figure, a volte, ciniche e stravaganti, a volte vittime
delle proprie contraddizioni o perversioni, e aggiungono parti diverse e
consistenti di efficace realismo al dramma di una comunità, da una parte chiusa
nella sua facciata perbenista, dall’altra sofferente e partecipe.
Insomma,
un film ben scritto, ben confezionato e ben interpretato, che coinvolge
emotivamente lo spettatore in un’indagine disperata contro il tempo, senza
ricorrere a effetti orrorifici o speciali, ma con un ventaglio aperto ad ogni soluzione.
Solo l’inizio, poco
verosimile, e il finale, un po’ scontato e forse prevedibile, sono a mio avviso
piuttosto deludenti, rispetto all’intera plausibilità della avvincente
narrazione.
(Alfredo
Laurano)
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