“Indietro tutta 30 e l'ode”, due
speciali in prima serata, in onda il 13 e il 20 dicembre su Raidue, condotti da
Andrea Delogu in cui, come in un ideale lezione universitaria, Renzo Arbore e
Nino Frassica rievocano lo show del 1987, entrato nella storia della TV. Trent’anni fa, “Indietro tutta” smontava con
l’umorismo e una semplice ironia - in altre parole, con il cazzeggio” -
stereotipi e falsi miti della tv commerciale, “usa e getta”, parodiando i
numerosi programmi di intrattenimento, appunto con la presenza di ballerine un
po’ discinte, i giochi e i quiz ridicolmente facili, che distribuivano milioni,
il basso livello culturale di certi frivoli salotti televisivi. Una satira
feroce, esilarante, e al tempo stessa incredibilmente leggera, della tv
spazzatura che avrebbe dilagato nei tempi.
Formula
di base era quella di un gioco a premi in cui si sfidavano concorrenti del Nord
e del Sud Italia. Ma gli elementi comici della trasmissione, animata da
Frassica (il bravo presentatore), Marenco (Riccardino) e Paolantoni (Cupido),
con Arbore in versione ammiraglio-nocchiero, con megafono e galloni, la
rendevano imprevedibile e frutto costante di improvvisazione.
Voleva
essere un esercizio
di
stile paradossale con le Veline, il trionfo del kitsch, il putto dondolante, il
notaio, lo sponsor invasivo, il pubblico cantante e altri orrori di cui
all’epoca si rideva con incosciente serenità.
Dopo il successo di “Quelli
della notte”, divenne un appuntamento fisso delle serate televisive, creando
tormentoni incredibili come la sigla d’apertura, “Sì la vita è tutt’un quiz“,
la pubblicità inventata del Cacao Meravigliao (oggetto di culto, che tutti
cercavano nei negozi), le ragazze Coccodè (geniale presa in giro della
mercificazione imperante del corpo femminile). Senza dimenticare le incursioni
audio delle “volante uno a volante due”,
con il mitico agente Frangipane, o il “chiama
lei…chiamo io” del prof. Pisapia.
Nel cast, anche il futuro Mago Forest, l’indimenticabile Massimo Troisi
e la bellissima valletta Maria Grazia Cucinotta.
Ma
il trionfale consenso di pubblico e di critica del genio arboriano in “Indietro
tutta”, che incise non poco anche sul linguaggio e sul costume
nazional-popolare, va ricondotto a molto tempo prima, a prima di “Quelli della
Notte”, a prima de “L’altra domenica”.
Affonda
le radici nell’esperienza radiofonica, quando arrivò il più clamoroso successo
con “Alto gradimento” (1970-1976, 1979-1980), condotto insieme a Gianni
Boncompagni, una spassosa, sgangherata galleria di personaggi, interpretati per
lo più da Mario Marenco e dai fratelli Bracardi.
Una
trasmissione geniale e irriverente, esplosiva e demenziale, che realizzò indici
di ascolto impensabili, creando tormentoni comici che per anni rimasero nella
mente e persino nei modi di dire della gente comune.
Il
ritmo serrato, le sovrapposizioni di voci e le continue irruzioni di personaggi
strampalati e surreali, la spiritosa presentazione dei brani musicali, crearono
un nuovo stile radiofonico, contrapposto a quello dell'epoca, una nuova forma
di intrattenimento che fece scuola, fu imitato e che anticipò quello che, pochi
anni più tardi, si sarebbe diffuso con l'avvento delle radio private.
Chi
non ricorda "Perché non sei venutta?
Ping!", il federale Catenacci, ex-gerarca fascista che raccontava
assurdi episodi della vita di Mussolini: "Quando
c'era lui, caro lei!", il professor Aristogitone: "Quarand'anni di insegnamendo, quarand'anni di duro lavoro fra
queste quattro mura scolastiche".
O i Figli di Manuel, un’evidente
satira sul mondo hippy: "...e si
sentì forte rumore di tuono..." O Achille che urlava a squarciagola il
nome di "Patroclo!", o il
colonnello Buttiglione, la baritonale Sgarrambona, la signorina De Magistris
dei Grandi Magazzini, la signorina del Radiotaxi, lo Scarpantibus - uccello
preistorico, catturato in Nicaragua, che calzava scarponi anfibi militari, il
venditore di generi di ristoro in spiaggia: "Patata
calda, grasso di maiale caldo, saponata bollita e lumache calde, sanguinacci
caldi, aranciata calda, canottiere calde...." o il pastore abruzzese,
che cercava invano le sue pecore e continuava a ripetere: "Li pècuri! Li pècuri".
Sempre
con lo stesso clima, fra il divertito, l’innovazione e la sapiente
improvvisazione, arrivò poi in TV “L’altra domenica”, 1976-1979, con Arbore
circondato da una banda di artisti e personaggi che davano vita ad un
pomeriggio televisivo senza precedenti.
Da
Roberto Benigni, improbabile critico cinematografico, al cugino americano Andy
Luotto “buono, no bbuono”, dalle
Sorelle Bandiera ai disegni animati di Maurizio Nichetti, a Mario Marenco, a
Fabrizio Zampa, a Isabella Rossellini, a Silvia Annichiarico.
Fu il primo contenitore della
TV italiana, inizialmente legato a doppio filo al pomeriggio calcistico, a
sperimentare l’interattività coi telespettatori, attraverso giochi telefonici
(Indovina indovinello, dove sta la caramello, il gioco del due, l’oggetto
misterioso etc.) condotti dallo stesso Arbore.
Ma
è nel 1985 che giunge il grande successo di Raidue, con “Quelli della notte”,
un appuntamento cult, con una serie di personaggi comici e intellettuali che si
riunivano nella notte surreale e un po' cialtrona. La trasmissione, una chiara
satira nei confronti dei dilaganti salotti televisivi, lancia sul firmamento nazionale
il comico Nino Frassica nelle vesti di Frate Antonino da Scasazza che, con i
suoi sproloqui e storpiature, fece divertire mezza Italia.
Molti
altri furono comunque i nuovi volti lanciati dalla trasmissione, come Riccardo
Pazzaglia il filosofo partenopeo del "brodo
primordiale"; Massimo Catalano, noto jazzista e viveur, che formulava
aforismi a base di assolute ovvietà, del tipo: “Meglio essere ricchi e in salute che poveri e malati” (Catalanata
divenne sinonimo di lapalissiano); l’improbabile comunista con borsello,
Maurizio Ferrini, rappresentante romagnolo di pedalò; Roberto D'Agostino, il
lookologo autore dell'espressione “edonismo
reaganiano” che dissertava sui nuovi trend sociali e citava come un
tormentone “L'insostenibile leggerezza
dell'essere” di Milan Kundera; Simona Marchini romantica sognatrice, Marisa
Laurito cugina in attesa perenne del fidanzato, e ancora Mario Marenco, Andy
Luotto oltre allo stesso Arbore, grande trascinatore, con la sua New Pathetic
Elastic Orchestra.
Lo
show segnò un'epoca e le battute e gli slogan entrarono nel gergo quotidiano.
Si ricreò il clima radiofonico
di Alto gradimento, prendendo di mira principalmente la moda, fine anni
settanta e primi anni ottanta, del salotto televisivo, vacuo raccoglitore di
chiacchiere e nonsense senza costrutto, di opinionisti ante litteram che
cazzeggiano a ruota libera su qualunque argomento. Senza un copione
predeterminato, si procedeva a braccio, improvvisando e cercando di creare un
dibattito che fosse il più sconclusionato possibile.
Gusto,
garbo, toni pacati, idee innovative, originalità e clima
goliardico e festaiolo, crearono una ennesima forma di intrattenimento
intelligente, che rimescolava quegli stessi ingredienti per ridere anche di se
stessi.
Così,
dopo Alto Gradimento, l’Altra Domenica e Quelli della notte, nel 1987 dilagò
Indietro tutta, oggi celebrata.
Arbore, “l’istrione a cui la scena dà la giusta
dimensione”, la sua musica, la sua ironia e la sua banda hanno lasciato un
segno profondo nella storia della televisione di qualità.
16 dicembre 2017 (Alfredo
Laurano)
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