Tutti
la cantano, tutti la ballano e, ancor oggi se ne moltiplicano parodie e
adattamenti.
Occidentali's
Karma, dopo aver vinto Sanremo, è riuscita a far venire a tanti la scimmia,
quell'incontrollabile desiderio di ripeterne ossessivamente il ritornello,
unito spesso a giochi coreografici e danzerecci.
E,
ovviamente, spopola sul web, in radio e TV e nelle classifiche, diventando
virale come tutti i fenomeni veicolati dai social, che alimentano giudizi,
like, condivisioni, commenti, dibattiti infiniti, più o meno di alto
gradimento.
Un
ennesimo tormentone musicale, nato dall’ilarità, dal ritmo e, soprattutto,
dall’originalità del testo, stravagante, inconsueto, culturaleggiante, pieno
zeppo di citazioni e riferimenti socio-antropologici e filosofici, che hanno
conquistato anche i non addetti ai lavori e non solo in Italia. Da qui,
appunto, le tante parodie popolari.
Con
enciclopediche parole e versi un po’ esoterici, la canzone di Gabbani spazia
dalla civiltà orientale alla filosofia greca, per rappresentare la
contraddittoria condizione umana odierna e raccontare, con sottile, ma profonda
ironia, il modello culturale occidentale (azioni, scelte, gesti), che traccia
il nostro destino (karma), coniando nuovi slogan, neologismi e giochi di parole
che lasciano il segno nella memoria collettiva.
Si
va dalla scissione tra la necessità d'interiorità e l'importanza
dell'apparenza, alla metafora Panta rei di Eraclito, dal Buddha in fila indiana,
alle lezioni di Nirvana, in un percorso dissacratorio delle false certezze e
delle nuove ipocrisie sociali.
Il
web è ritratto come nuova religione, “coca
dei popoli, oppio dei poveri”, riprendendo le teorie di Marx. Ma, anche “il dubbio amletico dell’essere o il dover
essere; il contemporaneo come l’uomo del neolitico, nella sua gabbia 2x3,
mettiti comodo.”
E
ancora, “gli intellettuali nei caffè e
gli internettologi, soci onorari al gruppo dei selfisti anonimi; l’intelligenza
démodé, le risposte facili, i dilemmi inutili, l’AAA cercasi storie dal gran
finale; le gocce di Chanel che piovono su corpi asettici, mettiti in salvo
dall’odore dei tuoi simili.
Per
tutti, e per finire, un’ora d’aria, di
gloria, mentre la folla grida un mantra e l’evoluzione inciampa”.
La
scimmia nuda balla Occidentali’s Karma.
Ed
è proprio questa, forse, la citazione più importante, alla base del messaggio:
“La scimmia nuda”, fantastico saggio del 1967 di Desmond Morris - che si è
complimentato con gli autori del brano - in cui l’etologo accosta l'essere
umano al primate privo di peli, ma assai simile nei gesti, nei comportamenti e
nel linguaggio del corpo. Spogliato delle sue sovrastrutture, l’uomo
tecnologico contemporaneo non è molto diverso dal suo progenitore che viveva
nelle caverne e appare per quello che in effetti è, ovvero una scimmia nuda: quella
che balla accanto a Gabbani e che non ha mai smesso di ballare.
Insomma
ce n’è per tutti. Anche per chi poco sa della materia o non ha molta
dimestichezza col ridondante glossario di espressioni, menzioni e aforismi.
Di
tutto e di più, scimmia sul palco o in strada compresa.
Manca
solo quella del “Dino, dammi un
Crodino…l’analcolico biondo, che fa impazzire il mondo!”
(Alfredo Laurano)
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