A volte, sembrano sequenze di uno dei
tanti film che parlano di guerra, invece sono squarci autentici della realtà
siriana, oggi, diffusi da stampa, web e telegiornali, ai quali i nostri occhi e
la nostra sensibilità, ormai, si sono abituati: case bombardate, cumuli di
macerie, rovine, distruzioni, fiumi di sangue, vite sacrificate.
Sono le immagini di Aleppo, la Bigia,
che da museo a cielo aperto che era, è oggi disintegrata e demolita, privata
della sua storia di convivenza millenaria, del dialogo fra fedi e etnie,
dilaniata da uno scontro endemico tra l’esercito del regime di Al-Assad e i
ribelli vari dell’Opposizione. E’ solo un campo di battaglia e quasi tutti i civili l'hanno
abbandonata; alcuni sopravvivono in condizioni impossibili, senza niente, senza
cibo, senza luce manca tutto, perfino l’acqua. Vi abitavano quasi due milioni
di persone.
Già nota come la città più bella e
antica della Siria, patrimonio dell'umanità secondo l'Unesco dal 1986 e
capitale culturale del mondo islamico, è diventata una città fantasma, un luogo
che semplicemente non esiste più, dove la morte prevale sulla vita, coltiva la
paura, scaccia le speranze, annulla i desideri.
La guerra che si protrae senza regole
da oltre cinque anni - oltre ad uccidere centinaia di migliaia di persone,
soprattutto civili - ha cancellato monumenti, palazzi, hotel, ristoranti, luoghi
di ritrovo, mercati, attività commerciali.
Per avere un’idea più precisa e
veristica di tale sfacelo, basta andare su uno dei tanti siti che mostrano meglio di mille parole, cliccando su ogni foto, gli effetti
devastanti del conflitto: alcuni luoghi simbolo di Aleppo sono infatti ritratti
prima e dopo e dalle stesse angolazioni.
E’ un confronto impressionante.
Vedi: http://www.corriere.it/reportages/esteri/2016/aleppo-prima-dopo/
Vive ancora in un quartiere di quella
città squassata e mutilata perché si è rifiutato di abbandonare la sua casa e
il suo paese. E’ stato ritratto in un edificio ridotto a pezzi, seduto sul
letto, con la pipa in mano e intento ad ascoltare musica da un vecchio
grammofono ancora funzionante.
Solo
la sua anima non è stata sbriciolata.
(Alfredo Laurano)
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