E intanto il tempo se ne va.
Scriveva Seneca: “la vita si divide in tre fasi: ciò che fu, ciò che è, ciò che sarà.
Di
queste, quella che viviamo è breve, quella che vivremo è dubbia, quella che
abbiamo vissuto è sicura. Questa infatti è quella sulla quale la fortuna ha
perduto ogni suo diritto e che non può essere ridotta all'arbitrio di nessuno”
Ma noi, anche se ci guardiamo allo specchio
tutti i giorni, non ci accorgiamo di queste fasi che attraversiamo anche in un
solo momento, non cogliamo il mutare della nostra esistenza, il cambiamenti del
nostro corpo, delle nostre percezioni.
Ce ne rendiamo conto solo quando un fatto,
un nome, un volto o un’immagine ci offrono la prova certa di ciò che siamo
stati, fissando un passaggio significativo del nostro cammino.
Sono occasioni da prendere al volo,
testimonianze, spunti di riflessione che non possiamo ignorare.
Ogni tessera si ricompone in quel mosaico
che caparbiamente o, a volte, casualmente, abbiamo costruito e via, via
modificato e incrementato.
Tasselli colorati e irregolari che
ridisegnano importanti pezzi di vita - oggi travestiti da ricordi - e che
costituiscono le nostre radici e il nostro divenire.
Si cresce e si cambia, nel bene e nel male,
ma nulla si cancella di ciò che è stato: l'unica certezza, appunto, che
riconosceva lo stoico filosofo romano.
Anzi, rivivere certi momenti di quel campo
seminato rinnova la gioia di averli vissuti e rimanda a una condizione di vera
emozione e felicità.
La vita è una somma di esperienze, belle o
brutte e, a volte, forse inutili e forzate, che siamo obbligati a fare, anche
se non sappiamo bene a cosa e a chi servano dopo di noi.
Le nostre, quelle che ci hanno avvicinato
ad altri, a chi abbiamo amato o che abbiamo condiviso, sono pagine preziose di
un libro che racconta, con sentimento e nostalgia, il piccolo "mondo
antico" della nostra fragile esistenza.
Ognuna contrassegnata da un indimenticabile
e, a volte, meraviglioso segnalibro.
(Alfredo Laurano)
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