Prima,
dai cavalcavia, imbecilli criminali lanciavano pietre e grossi sassi, giocando
a “chi cojo cojo”, oggi quei ponti cadono direttamente, in proprio, sulle
macchine che vi transitano sotto, con altrettante responsabilità da codice
penale.
Questa
notizia mi ha fatto un certo effetto. Mi ha colpito più di altre dello stesso
taglio o di simile interesse, per ragioni e riflessioni personali.
Quante
volte ho percorso quel tratto di autostrada per andare a Porto Recanati, con
uscita a Loreto? E, come me, milioni di persone dirette al celebre santuario
della Santa Casa - protettrice degli aviatori, ma non degli automobilisti - o
nei luoghi leopardiani?
"Me lo sono trovato davanti caduto,
all'improvviso, siamo tutti sotto shock. Poi abbiamo capito che sotto c'era una
macchina con delle persone. Terribile...", racconta un giovane che è
stato tra i primi a fermarsi davanti alla struttura crollata. "Siamo salvi per miracolo: una signora
davanti a me era scossa davvero, ha fatto una frenata e si è fermata a 10 metri
dal ponte. E' successo tutto di colpo".
Due morti e due
feriti, fra gli operai che stavano lavorando all'ampliamento a tre corsie, a
causa del crollo di un cavalcavia, avvenuto due ore fa, sull'autostrada A14 (Adriatica),
all'altezza di Loreto.
Le due vittime
sono una coppia di coniugi sessantenni che, a bordo della loro automobile, si trovavano
a passare sotto il ponte proprio nel momento del crollo. L'autostrada è chiusa.
Solo quattro mesi fa, un altro cedimento si era verificato al passaggio di un
tir su un viadotto della superstrada 36, in provincia di Lecco. La struttura
piombò sulla strada sottostante e schiacciò un'Audi e il suo conducente, che
rimase ucciso sul colpo.
Anche in Sicilia
vi furono nel 2014 un paio di crolli simili, ma in un caso non provocarono,
fortunatamente, danni a automezzi o persone, in un altro solo qualche ferito.
(Alfredo Laurano)
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