La solita storia, la solita prima alla Scala, la solita VIP
PARADE.
Per esserci, per dovere di rappresentanza o obbligo istituzionale, per
visibilità, per sfoggiare eccentriche mise, per sfilare davanti a flash e
telecamere e finire su giornali, totocalchi e TV. Anche se di musica, di opera,
di Verdi non “gliene po’ fregà di meno”. E’ tutta questione di look.
Da Renzi a Franceschini, a Del Rio, a Maroni, a Passera, con
relative elegantissime signore, a Valeria Marini.
C’era pure Efe Bal, la nota
transessuale che ha dichiarato: “in sala c’erano molti clienti “.
Una parata di politici, economisti, Vip, aspiranti Vip,
starlette e mignotte varie ad assistere - ben protetti e scortati da tanta
polizia e 007 - alla Giovanna D’Arco di Giuseppe Verdi.
Biglietto popolare a 2.200 euro.
Tutti in smoking e in lungo abito da sera le signore.
Ma l’avete vista la onnipresente Santanchè? Ovviamente, non
poteva mancare.
Larga gonna in raso lucido color verde bandiera, camicia bianca con papillon in tono e colli di pelliccia o di ciniglia delle stesso colore.
Larga gonna in raso lucido color verde bandiera, camicia bianca con papillon in tono e colli di pelliccia o di ciniglia delle stesso colore.
Come dire: non si notava per niente, anche se forse voleva
stupire con uno dei suoi tanti effetti speciali, in questo caso, non
stridulamente vocali: l’effetto vessillo padano o albero di Natale. Al suo
seguito, il bastonato can Sallusti.
Ha fatto sfigurare anche la bionda Valeria e Agnese, la
moglie del Puffo Premier, che somiglia sempre più a Vladimir Luxuria.
Scrive, su Facebook, Celeste Ingrao.
“Sono figlia di uno che è stato presidente della Camera.
Molti politici del passato, e alcuni anche di oggi, hanno frequentato la casa
in cui sono cresciuta.
Mio padre e mia madre, quando papà era presidente, hanno
vissuto nell'appartamento "presidenziale" dentro Montecitorio. Sono
stati invitati alle feste al Quirinale e a molte altre cerimonie ufficiali.
Conosco direttamente, quindi, quella che ora si usa chiamare
la "casta".
Guardando le foto della prima della Scala, sento il bisogno
di precisare che mio padre non ha mai posseduto uno smoking.
Quanto a mia madre non ha mai posseduto un abito da sera, né
lungo, né corto, né tanto meno una pelliccia "vera" (forse una
"finta" sì); tra i suoi "gioielli" più preziosi ricordo una
collana di turchesi grezzi. Ori non ce ne sono mai stati.
Ma quello, cara Celeste, era Pietro Ingrao, mica la Casta di
infidi scalatori, faccendieri e maneggioni di Palazzo.
Così, tanto per amore del confronto.
8 dicembre 2015 (Alfredo Laurano)
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