POPOLARI (PP) 123 SEGGI 28,7% SOCIALISTI (PSOE) 90 SEGGI 22,0 % PODEMOS 69 SEGGI 20,7 %
CIUDADANOS
(C'S) 40 SEGGI 13,9 % UNITÀ POPOLARE (UP) 2 SEGGI 3,7%
Non proprio prodotti da marketing”, come aveva detto, di Iglesias
(Podemos) e di Rivera (Ciudadanos), l'anziano leader popolare Mariano Rajoy.
La Spagna cambia.
Era esattamente previsto
dai sondaggi che lì non sbagliano. Almeno, pare.
Con queste elezioni, finisce
il bipartitismo e il sistema dell’alternanza fra Popolari e Socialisti, per
l’affermazione significativa delle due nuove formazioni anticasta, da sinistra
e da destra, che entrano in parlamento con 109 deputati su 350. In particolare,
straordinario successo di Podemos di Pablo Iglesias, come è stato per Tsipras e
Syriza in Grecia, che sfiora il 21%: Pablo Iglesias soddisfatto annuncia la
nascita di una “nuova Spagna”.
I numeri dicono: Partido
Popular quasi il 29% dei consensi (123 seggi), il Psoe al 22% (90 seggi), Podemos,
il 20,7%, Ciudadanos, sotto il 14% (40 seggi). Difficile la governabilità.
All’orizzonte, si profila una
grosse-koalition alla tedesca fra Pp e Psoe, unica possibile sulla carta.
Podemos, comunque, sarà un strumento politico
fondamentale perché in Spagna si chiuda la porta della corruzione e della diseguaglianza.
Intanto a Madrid e
Barcellona, da qualche mese, governano due “Sindache” di Podemos che dimostrano
che questa nuova sinistra, può governare oltre che prender voti di protesta.
Un bel segnale anche per don Matteo da Rignano.
21 dicembre 2012 (Alfredo Laurano)
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