E’ una fissa, un’ossessione. Forse, per fare
un po’ di psicanalisi da pizzicheria, tutto nasce da una repressa aggressività
infantile che non gli ha permesso di giocare, rompere e indagare le cose e gli affetti,
come succede a tutti i bravi bambini.
“Abbiamo rovesciato il sistema più
gerontocratico d’Europa - ha detto Renzi - Qui alla Leopolda c’è una
generazione di giovani che a sua volta ci rottamerà. Io dico: benvenuti.”
Quindi,
oso pensare: allora, c’è una speranza, forse si autorottamerà da solo, come
nelle trappole tecnologiche, oggi un po’ vintage, dei film di spionaggio e
James Bond.
Si è conclusa, ma non ancora rottamata, un’ennesima
Leopolda blindatissima - con i risparmiatori truffati dalle banche tenuti a
debita distanza per non rovinare la festa - che doveva essere il rilancio della
propaganda renziana, privata però delle supercazzole di Jovanotti e dei mitici
racconti della Pellegrini e dell’astro-Samantha Cristoforetti, che hanno dato
forfait.
Anche la madrina Boschi, arrivata sotto il
peso di una valigia di critiche per lo scandalo Etruria, era piuttosto sotto
tono. Più di cinquemila risparmiatori aretini, la sua città, sono stati rovinati
dalla banca di cui il papà era vicepresidente.
E allora che se so’ inventati i grandi cervelloni dello staff
del novello Berluschino, in salsa leopoldese?
Un quiz per tutti, un anticipo del nuovo “Rischiatutto”: il giochino delle prime pagine dei quotidiani alla berlina.
Vota anche tu! Scegli la peggiore!
Come si poteva legittimamente fare a Domenica In o Live, con
la procace Venier o la madonna D’Urso. Ma, purtroppo, senza il televoto.
Su 16 pagine selezionate, la maggior parte erano del Fatto
Quotidiano, detto Il Fango Quotidiano, il giornale già nemico
pubblico numero uno dall’ ex governo Berlusconi.
Più di Libero, più del Giornale che, a volte, fingono ostilità.
Non so quale e cosa abbia vinto.
“Disfattisti, gufi, grillini, pessimisti. Sapete solo
attaccare e criticare!” E’ il solito refrain.
Cambiano i toni, oggi più pacati e ridondanti di iperbole e
ironiche battute, ma il concetto è sempre lo stesso: la politica al governo non
gradisce i media che non sono allineati al potere. “Travaglio è un diffamatore
professionista”, diceva Silvio a Servizio Pubblico. E i suoi sostenitori aggiungevano: “Il Fatto
è monnezza a partire da Peter Gomez fino a Marco Travaglio. Venduti alla
sinistra, faziosi, se li incontro per strada gli mangio il cuore “.
Come prima, più di prima.
Non bisogna disturbare il
manovratore.
Ma, criticare non è sinonimo di disfattismo. Si chiama
dissenso ed è l’opposto della propaganda.
Il diritto di critica alloggia nella libertà
di stampa e di pensiero. E appartiene alla civiltà e alla democrazia. Gettare
fango e screditare un giornale o una TV che ti critica è un’operazione vile,
arrogante, dispotica e autoritaria. Per non dire fascista.
L’abbiamo imputata per vent’anni al Bar-Lusconi, di Arcore, oggi
la ritroviamo nei riflessi di quel bar di Rignano dove, qualcuno entrava, straparlava,
millantava grandi imprese e da tutti veniva detto “il bomba”.
Forse per effetto e per la stessa causa psicanalitica di cui sopra.
14 dicembre 2015 (Alfredo Laurano)
Forse per effetto e per la stessa causa psicanalitica di cui sopra.
Nessun commento:
Posta un commento