Non so se le capre saranno
contente, ma l’illustre urlatore da talk, nonché venalissimo critico d’arte ce
l’ha fatta.
Un forte malore, un’ischemia,
l’intervento urgente all’ospedale di Modena: l’hanno salvato, ora sta meglio,
anche se in terapia intensiva.
Nessuno di noi sa come e
quando lascerà questo mondo crudele, ma unico ed affascinante nel suo genere, nemmeno
l’onnipresente e onnipotente Vittorio Sgarbi che, stavolta, se l’è vista
brutta.
Mi domando cosa penserà,
ora, in quel letto d’ospedale, da cui ci ha già raccontato in video la sua
disavventura, in questo caso, forse, non per megalomania.
A pochi passi dal vestibolo di Pietro e di fronte a tale improvvisa prova di paura, di impotenza e di
fragilità - che tutti ci accomuna - avrà cercato e trovato un senso, una
giustificazione e una risposta, sia pur parziale, all’arroganza, alla
presunzione, alla villania, alla prepotenza, all’indisponenza, alla congenita maleducazione,
anche di mestiere, che in tanti anni di onorata attività clownesca, gli hanno
garantito denaro, visibilità e successo, anche grazie a una certa
padronanza retorica e dialettica, al limite della metasemantica? Si farà un esame di
coscienza?
Ha attraversato e
sfruttato il berlusconismo, cantandone le glorie e i fasti, e anche l’anti; è
stato varie volte sindaco e consulente culturale; ha cavalcato per scelta e
opportunismo l’attualità e diverse sponde elettorali; ha trovato il potere,
lauti guadagni e celebrità.
Ha insultato chiunque, politici, avversari, magistrati, giornalisti, gente qualunque e ha anche augurato la morte a colleghi Critici d’arte, senza alcun pudore.
Ha offeso, umiliato e usato le donne per placare il suo priapismo maschilista ed appagare il suo innato narcisismo.
Grazie alle sue nevrosi - e anche a Maurizio Costanzo che l’ha creato e lanciato al Parioli tanti anni fa - si è costruito un personaggio mediatico e circense, come vuole certa Tv spazzatura che ne sfrutta linguaggi, atteggiamenti e tic per l’indice di ascolto, alimentando finte risse e competizioni, invece di indagare l’arte dove, almeno in parte, avrebbe un qualche titolo per parlare.
Ha insultato chiunque, politici, avversari, magistrati, giornalisti, gente qualunque e ha anche augurato la morte a colleghi Critici d’arte, senza alcun pudore.
Ha offeso, umiliato e usato le donne per placare il suo priapismo maschilista ed appagare il suo innato narcisismo.
Grazie alle sue nevrosi - e anche a Maurizio Costanzo che l’ha creato e lanciato al Parioli tanti anni fa - si è costruito un personaggio mediatico e circense, come vuole certa Tv spazzatura che ne sfrutta linguaggi, atteggiamenti e tic per l’indice di ascolto, alimentando finte risse e competizioni, invece di indagare l’arte dove, almeno in parte, avrebbe un qualche titolo per parlare.
Si renderà conto,
finalmente di essere un comune e fragile mortale e non solo un odioso e
stravagante personaggio da fumetti o del circo mediatico?
E che le capre sono
animali umili, ma utilissimi e molto intelligenti?
In ogni caso, auguri.
17 dicembre 2015 (Alfredo Laurano)
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