martedì 12 agosto 2014

STESSE SPIAGGE, STESSO MALE



Il sole d’agosto, spesso, produce danni: colpi di calore, vaneggiamenti, deliri e sproloqui.
E succede che qualcuno dimentichi di essere un modesto comprimario, che di recente si è affrancato dalla schiavitù del ex sovrano Berlusconi, e si creda importante, protagonista, decisivo. E fa proclami alla nazione stanca ed accaldata.

“Ho firmato una direttiva per rafforzare i controlli sulle spiagge contro l'abusivismo commerciale, i “vu' cumprà” e le merci contraffatte"- ha affermato, con aria torva e minacciosa da pupo siciliano, l’ineffabile ducetto Alfano - "Facciamo un passo in più contro la contraffazione e tuteliamo la serenità e la quiete degli italiani in vacanza che sono stanchi di essere molestati dai “vu' cumprà".

Si, certo, soprattutto, le tante italiane “molestate” che sulle spiagge, liberamente, scelgono, provano e comprano, a due soldi, abitini, costumi e camiciette, trascinati a fatica sulla sabbia, in enormi sacchi, da muli umani di colore. Tirando pure sul prezzo.

Anziché denunciare il sistema criminale di chi è veramente responsabile della contraffazione che danneggia gravemente l’economia italiana – ossia chi fabbrica e chi smista e distribuisce tali merci –  Alfano, il moralizzatore, riesce a  banalizzare fenomeni che per la sua carica dovrebbe ben conoscere, alimentando stereotipi e utilizzando termini come “vu cumprà”, inventati quarant’anni fa dal pregiudizio razziale. 

Dice la Kyenge: “Lottare contro la contraffazione, dovrebbe saperlo il ministro dell'Interno, significa abbattere Gomorra, lottare contro la criminalità organizzata e attuare politiche di integrazione degli emarginati".

L’altro colpo di sole che ha investito l’Angelino del Viminale, all’improvviso, riguarda, ancora una volta, nientemeno che il famigerato art. 18 - o quel che ne rimane dopo gli interventi della Fornero - per la difesa del quale, una decina d’anni fa, Cofferati portò in piazza due milioni di persone. 

“E’un totem degli anni Settanta e non è stato abolito finora perché ha retto un asse fra il Pd e il sindacati. Ma ormai è il momento di mettere davanti a tutto la necessità di dare un lavoro a chi non ce l'ha, liberando da ogni laccio l' imprenditore che vuole assumere qualcuno". Firmato Alfano! 

Creare lavoro, favorire l’occupazione cancellando i residui di tutela democratica prevista  dell’art 18? 
Ma non diciamo baggianate per stupire la piazza distratta e vacanziera e i pochi ingenui al peggio rassegnati!
E’ solo, e ancora una volta, una fissa ideologica tanto cara alla destra liberista, pur di eludere i veri nodi del mercato del lavoro. L’abolizione, non la chiedono più neanche le imprese!

Forse dovremmo ricordargli che non serve abbattere il “totem”, visto che le aziende assumono con contratti a termine e false partite Iva. E che gli investitori stranieri girano al largo dell'Italia non certo per l'inviso articolo, ma per la corruzione dilagante, per l’insostenibile pressione fiscale, per i ricatti delle mafie e gli appalti truccati. 

Il politicamente irrilevante Angelino, non sazio di aver già vinto alla lotteria delle “proficue” intese, cerca di darsi un tono e un’aria da statista balneare, attraverso qualche sprazzo di visibilità sui giornali che, pigramente, gli italiani sfogliano sotto l’ombrellone. 

 Di gaffes e di cazzate ne ha sparate già tante nel passato, anche a livello internazionale, ma non ne ha fatto tesoro e non hanno fatto curriculum. 
Quel che oggi colpisce di più, però, è il silenzio del suo premier che non lo smentisce, né sull’art.18, né sulle definizioni razziste.
 
La nostra politica chiacchierata e parolaia, del gossip e degli annunci ai litorali ha trovato un altro argomento di scontro su cui polemizzare per mesi o settimane, senza decidere mai nulla, mentre il paese reale va sott’acqua, in apnea, in attesa dell'autunno e dell'ennesima stangata.
Angelino, riparati da sole!

12 agosto 2014    (Alfredo Laurano)                                             
                                                   

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