Il sole d’agosto, spesso, produce danni:
colpi di calore, vaneggiamenti, deliri e sproloqui.
E succede che qualcuno dimentichi di essere
un modesto comprimario, che di recente si è affrancato dalla schiavitù del ex
sovrano Berlusconi, e si creda importante, protagonista, decisivo. E fa
proclami alla nazione stanca ed accaldata.
“Ho firmato una direttiva per rafforzare i
controlli sulle spiagge contro l'abusivismo commerciale, i “vu' cumprà” e le
merci contraffatte"- ha affermato, con aria torva e minacciosa da pupo
siciliano, l’ineffabile ducetto Alfano - "Facciamo un passo in più contro la
contraffazione e tuteliamo la serenità e la quiete degli italiani in vacanza
che sono stanchi di essere molestati dai “vu' cumprà".
Si, certo, soprattutto, le tante italiane
“molestate” che sulle spiagge, liberamente, scelgono, provano e comprano, a due
soldi, abitini, costumi e camiciette, trascinati a fatica sulla sabbia, in
enormi sacchi, da muli umani di colore. Tirando pure sul prezzo.
Anziché denunciare il sistema criminale di
chi è veramente responsabile della contraffazione che danneggia gravemente
l’economia italiana – ossia chi fabbrica e chi smista e distribuisce tali merci
– Alfano, il moralizzatore, riesce a banalizzare fenomeni che per la sua carica
dovrebbe ben conoscere, alimentando stereotipi e utilizzando termini come “vu
cumprà”, inventati quarant’anni fa dal pregiudizio razziale.
Dice la Kyenge: “Lottare contro la
contraffazione, dovrebbe saperlo il ministro dell'Interno, significa abbattere
Gomorra, lottare contro la criminalità organizzata e attuare politiche di
integrazione degli emarginati".
L’altro colpo di sole che ha investito
l’Angelino del Viminale, all’improvviso, riguarda, ancora una volta, nientemeno
che il famigerato art. 18 - o quel che ne rimane dopo gli interventi della
Fornero - per la difesa del quale, una decina d’anni fa, Cofferati portò in
piazza due milioni di persone.
“E’un totem degli anni Settanta e non è
stato abolito finora perché ha retto un asse fra il Pd e il sindacati. Ma ormai
è il momento di mettere davanti a tutto la necessità di dare un lavoro a chi
non ce l'ha, liberando da ogni laccio l' imprenditore che vuole assumere
qualcuno". Firmato Alfano!
Creare lavoro, favorire l’occupazione
cancellando i residui di tutela democratica prevista dell’art 18?
Ma non diciamo baggianate per stupire la
piazza distratta e vacanziera e i pochi ingenui al peggio rassegnati!
E’ solo, e ancora una volta, una fissa
ideologica tanto cara alla destra liberista, pur di eludere i veri nodi del
mercato del lavoro. L’abolizione, non la chiedono più neanche le imprese!
Forse
dovremmo ricordargli che non serve abbattere il “totem”, visto che le aziende
assumono con contratti a termine e false partite Iva. E che gli investitori
stranieri girano al largo dell'Italia non certo per l'inviso articolo, ma per
la corruzione dilagante, per l’insostenibile pressione fiscale, per i ricatti
delle mafie e gli appalti truccati.
Il politicamente irrilevante Angelino, non
sazio di aver già vinto alla lotteria delle “proficue” intese, cerca di darsi
un tono e un’aria da statista balneare, attraverso qualche sprazzo di
visibilità sui giornali che, pigramente, gli italiani sfogliano sotto
l’ombrellone.
Di gaffes e di cazzate ne ha sparate già
tante nel passato, anche a livello internazionale, ma non ne ha fatto tesoro e
non hanno fatto curriculum.
Quel che oggi colpisce di più, però, è il
silenzio del suo premier che non lo smentisce, né sull’art.18, né sulle
definizioni razziste.
La nostra politica chiacchierata e
parolaia, del gossip e degli annunci ai litorali ha trovato un altro argomento
di scontro su cui polemizzare per mesi o settimane, senza decidere mai nulla,
mentre il paese reale va sott’acqua, in apnea, in attesa dell'autunno e
dell'ennesima stangata.
Angelino, riparati da sole!
12 agosto 2014 (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento