E meno male che era perseguitato!
Dal martedì al giovedì, può stare a Roma,
vedere i suoi compari di partito, fare campagna elettorale, tenere comizi,
rilasciare interviste, parlare al popolo dalle sue tribune televisive. Potrà incontrare,
come sempre e come l’altro giorno, Napolitano e Renzi e continuare a inciuciare
a piacimento. L’agibilità politica, che ha tanto preteso e reclamato, è garantita.
Ma la si poteva negare a un povero condannato
cui, tuttavia e nonostante, è riconosciuto un ruolo ufficiale e decisivo nelle
riforme del Paese?
Ma dal venerdì e fino a lunedì dovrà restare
ad Arcore, tranne che per le quattro ore in cui assisterà gli anziani - suoi
coetanei, ma molto più sfortunati di lui - nella struttura della Sacra
Famiglia.
Quattro ore a settimana a raccontare
barzellette e canzoncine in un centro anziani a due passi dalla sua Villa San
Martino. Cioè sedici ore al mese. Cioè centosessantotto ore totali:
l’equivalente di una “lunga” settimana, spalmate su circa undici mesi.
Questa
atroce condanna è il risultato della persecuzione giudiziaria che la spietata magistratura
comunista e giacobina, “metastasi della democrazia”, ha osato infliggere a
Silvio Berlusconi. Nemmeno Robespierre e il suo Regime del Terrore avrebbe
potuto fare peggio!
L’affidamento ai servizi sociali in
alternativa al carcere, è davvero una pena ridicola, un piacevole diversivo, un
proficuo passatempo in compagnia, magari col tressette, tra una flebo ed un
quartino. Un trattamento sconosciuto e inapplicabile a qualunque altro comune cittadino.
Forse,
sarà più un tormento per le infermiere e un castigo per gli ospiti della Residenza
che, oltre ai propri problemi di salute, dovranno subire - loro malgrado - anche
la sua invadenza.
Proprio questo esito da soap opera
brasiliana sconfessa, in via definitiva, le scandalose falsità e le tante bugie
raccontate, per vent’anni, da Berlusconi ad oltranza, fino a farle diventare
quasi vere: perseguitato, linciato, oggetto di accanimento giudiziario, vittima
designata, martire della libertà….
In effetti, non ha mai patito alcun
martirio, è stato solo vittima delle sue manie, delle sue ossessioni, della sua
sete di potere, dei suoi vizi pubblici e privati. Anzi, ha goduto di uno stato
di eccezione permanente.
Perché la legge è uguale per tutti, ma non
tutti sono uguali di fronte alla legge.
16 aprile 2014 (Alfredo Laurano)
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