mercoledì 16 aprile 2014

TRA UNA FLEBO ED UN QUARTINO

E meno male che era perseguitato!
Dal martedì al giovedì, può stare a Roma, vedere i suoi compari di partito, fare campagna elettorale, tenere comizi, rilasciare interviste, parlare al popolo dalle sue tribune televisive. Potrà incontrare, come sempre e come l’altro giorno, Napolitano e Renzi e continuare a inciuciare a piacimento. L’agibilità politica, che ha tanto preteso e reclamato, è garantita.
Ma la si poteva negare a un povero condannato cui, tuttavia e nonostante, è riconosciuto un ruolo ufficiale e decisivo nelle riforme del Paese?
Ma dal venerdì e fino a lunedì dovrà restare ad Arcore, tranne che per le quattro ore in cui assisterà gli anziani - suoi coetanei, ma molto più sfortunati di lui - nella struttura della Sacra Famiglia.

Quattro ore a settimana a raccontare barzellette e canzoncine in un centro anziani a due passi dalla sua Villa San Martino. Cioè sedici ore al mese. Cioè centosessantotto ore totali: l’equivalente di una “lunga” settimana, spalmate su circa undici mesi.
Questa atroce condanna è il risultato della persecuzione giudiziaria che la spietata magistratura comunista e giacobina, “metastasi della democrazia”, ha osato infliggere a Silvio Berlusconi. Nemmeno Robespierre e il suo Regime del Terrore avrebbe potuto fare peggio!
L’affidamento ai servizi sociali in alternativa al carcere, è davvero una pena ridicola, un piacevole diversivo, un proficuo passatempo in compagnia, magari col tressette, tra una flebo ed un quartino. Un trattamento sconosciuto e inapplicabile a qualunque altro comune cittadino.

Forse, sarà più un tormento per le infermiere e un castigo per gli ospiti della Residenza che, oltre ai propri problemi di salute, dovranno subire - loro malgrado - anche la sua invadenza.

Proprio questo esito da soap opera brasiliana sconfessa, in via definitiva, le scandalose falsità e le tante bugie raccontate, per vent’anni, da Berlusconi ad oltranza, fino a farle diventare quasi vere: perseguitato, linciato, oggetto di accanimento giudiziario, vittima designata, martire della libertà….
In effetti, non ha mai patito alcun martirio, è stato solo vittima delle sue manie, delle sue ossessioni, della sua sete di potere, dei suoi vizi pubblici e privati. Anzi, ha goduto di uno stato di eccezione permanente.
Perché la legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali di fronte alla legge.
16 aprile 2014             (Alfredo Laurano) 

                                            

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