Nella realizzazione della società
prefigurata da Gramsci, gli intellettuali hanno un'importanza decisiva: sono
fondamentali per la conquista dell’egemonia culturale di ogni classe e per guidare
le capacità di autocoscienza delle masse operaie e contadine. Sono, in effetti,
dei veri e propri educatori che, nei vari ambiti in cui si muovono, apportano
un utile contributo culturale, morale, sociale e politico.
Gramsci esalta il ruolo dell’intellettuale,
ma lo fa specificandone la primaria funzione sociale. Senza di essa verrebbe
meno la sua natura e non potrebbe entrare in quel determinante ruolo di
interprete della realtà e di guida.
Sicuramente, quando scriveva queste
riflessioni, sapeva già che, a conferma delle proprie teorie, sarebbero emersi,
prima o poi, questi fulgidi esempi di intellettuali: duri, puri e coerenti, del
tutto fuori dalle logiche del Potere e mai asserviti al fascino del denaro.
Anch’essi pensano, scrivono e,
generosamente, pubblicano per le masse popolari. Divulgano il sapere, la
saggezza e l’ esperienza.
La
loro preziosa funzione sociale è garantita ed è assolutamente essenziale per
crescere, per prendere coscienza di sè e abbracciare la diffusa e salvifica
teoria del “…amico mio, senti a me…fatte li cazzi tua....!”
19
aprile 2014
(Alfredo Laurano)
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