Mai avvenuto, fino ad oggi, nel corso della storia e difficilmente avverrà in futuro. Verranno canonizzati entrambi, nello stesso giorno.
Angelo Roncalli e Karol Wojtyla, due protagonisti assoluti non solo della Chiesa cattolica, ma delle vicende mondiali che hanno attraversato, influenzato e, in qualche caso, anche condizionato.
Pur nelle differenze, le loro vite straordinarie presentano analogie e somiglianze: origini umili per entrambi, intelligenza, sensibilità, coraggio, attenzione ai giovani, impegno e lotta per la pace.
Roncalli, il papa buono e semplice, famoso per l’enciclica Pacem in Terris, per la crisi dei missili di Cuba del 1962 e per il discorso della luna.
Wojtyla il grande comunicatore, il papa mediatico e “televisivo” che abolì la sedia gestatoria, instancabile viaggiatore (oltre cento viaggi in tutto il mondo, anche suo malgrado e quando era già in precarie condizioni di salute), sfruttato dall’apparato curiale, come vetrina internazionale, quasi fino agli ultimi suoi giorni.
A Roma sono attese oltre due
milioni di persone, migliaia di giovani e
intere famiglie stanotte si prepareranno all’evento con veglie di
preghiere nelle chiese di Roma. Praticamente esauriti i posti letto in hotel,
B&B, Istituti e residenze religiose. Da domani mattina, dirette TV,
collegamenti e maxischermi in tutta la città.
Molti dormiranno in strada in sacchi a pelo, nei dintorni del Vaticano,
dove le auto non potranno circolare e parcheggiare. Le misure di sicurezza sono
straordinarie e al massimo livello.
Al rito, parteciperanno centocinquanta cardinali, oltre un migliaio di
vescovi e sei mila sacerdoti. Gli ecclesiastici addetti alla distribuzione
delle ostie saranno 870. Senza precedenti le delegazioni ufficiali. Saranno 93, di cui 24 composte da capi di Stato e sovrani, e 35 da primi ministri. Per l'Italia, Giorgio Napolitano e Matteo Renzi con le rispettive consorti.
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