lunedì 12 agosto 2019

MANCO FOSSE JOVANOTTI


In principio erano le piazze, poi vennero le spiagge.
L’estate italiana del vicepremier Matteo Salvini, iniziata al Papeete Beach di Milano Marittima, con conferenza stampa e l’inno di Mameli, danzato sulla sabbia da cubiste sculettanti e leopardate, è diventatata un giro d'Italia. In pratica, un tour de force: Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Sicilia, Liguria, Campania e Toscana. Ben 21 appuntamenti in 11 giorni. Senza soste per tirare il fiato.
Panza e catenina, e ascella al vento, capitan Cocoricò prosegue il suo beach tour delle spiagge italiane, come fosse Jovanotti. Ma quello, almeno canta e fa ballar la gente!
“Fino a Ferragosto vi aspetto lungo le coste della nostra splendida Italia, soprattutto nelle perle del nostro Sud”.
Il Governo è caduto, ma il beach Tour è confermato: tre mari diversi, una dozzina di stabilimenti lungo le coste più belle dislocati in otto regioni del Centro Sud.

Comizio che vai, striscione che trovi.
Tra la Basilicata, Sicilia e Calabria, regioni protagoniste del tour estivo leghista di campagna elettorale, in piena crisi di governo, sono comparsi diversi striscioni di contestazione, canti e grida contro il leader della Lega, al quale ricordavano le offese e gli insulti ricevuti a suo tempo.
È stato pesantemente contestato a Peschici, a Soverato, a Siracusa, a Catania, al grido di buffone, buffone e con annesso lancio di bottiglie di plastica contro la sua auto. Qualcuno ha scritto su un cartello: "Salvini beach party - ingresso: 5 rubli".
A Policoro, un gruppo di manifestanti, che intonava Bella Ciao, gli ha gettato, in segno di protesta, dell’acqua sul volto.

In questa sua campagna elettorale, tra un selfie e un altro, interviene sulla prossima finanziaria e annuncia una manovra delle meraviglie: tasse ridotte al 15% per milioni di lavoratori italiani, pace fiscale con Equitalia per tanti altri Italiani, nessun aumento dell’Iva, ma riduzione delle tasse sulla casa. Riforma della Giustizia
Promesse e giuramenti da vero marinaio.
Poi, qualcuno gli ha sabotato l’impianto audio e spento il suo microfono.
12 agosto 2019 (Alfredo Laurano)

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