mercoledì 21 agosto 2019

IL PIFFERAIO MATT(E)O





"È FÀTTO CÓM’I PÌFFERI DE MONTÀGNA C’ANDÒNNO PER SONÈRE E FÙNNO SONÈTI" (Ha fatto come i pifferi di montagna, che andarono per suonare e furono suonati). 


Guardando l’attualità politica, a chi si addice questa parabola popolare?
Ricorda forse qualcuno che voleva dirigere la banda, ma - vedremo meglio oggi - ne pagò le conseguenze? 

È un proverbio in aretino stretto. Si dice con tono canzonatorio o di rimprovero a chi intendeva darle e le ha invece prese. 
La storia dei pifferi di montagna nasce in un paesino non precisato delle Alpi dove abitavano tre fratelli che avevano lo sfizio di suonare il piffero. Ognuno di loro sapeva suonare solo due note, ma essi erano convinti di essere dei grandi suonatori. 
Un giorno decisero di andare nel paesello vicino per allietare con la loro musica quella popolazione. 
Quando iniziarono a suonare lo stridore che producevano era indicibile e il fastidio per i poveri abitanti insopportabile, tanto che tutti si rivoltarono loro contro e li riempirono di botte. 
Così tornarono alla loro casa sconsolati e malconci: erano andati per suonare e furono suonati!

Attenzione a non confondere questa storia con la fiaba medioevale del pifferaio magico di Hamelin, creata per spaventare i bambini.
Nel 1284, un suonatore di piffero o di cornamusa promise ai cittadini di sbarazzarli dai topi in cambio di un certo pagamento. Tutti acconsentirono.
Sebbene il pifferaio riuscì a liberare la cittadina dai topi, incantandoli e portandoli via con la sua musica, la gente di Hamelin si rifiutò di pagarlo. Il musicista furioso se ne andò, giurando vendetta. 
Dopo poco tempo tornò e rapi' i bambini del paese, che non vennero mai più visti e ritrovati, proprio come aveva fatto con i topi. 
Suonato o vendicativo il nostro pifferaio? 
20 agosto 2019 (Alfredo Laurano) 

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