Morte, dolore, strazio, sdegno, disperazione.
La mattanza continua, come a Macerata pochi mesi fa, come in tante analoghe
situazioni, a base di droga, spaccio, stupri di gruppo e prostituzione : vittime predestinate, quasi sempre, giovani
adolescenti, bambine mai cresciute, in preda al disagio giovanile e familiare.
San Lorenzo, anarchica e ribelle, esplode di
rabbia e invoca rigore contro il degrado, proprio per mantenere la sua storica dimensione
di quartiere popolare, operoso, aperto e multietnico. Siamo a Roma, a due passi dalla grande stazione Termini, dall’Università
e dal Policlinico.
Ancora una morte, Desirèe, sedici anni, drogata
e poi abusata sessualmente quando era in uno stato di incoscienza, che ricorda
quella di un’altra giovanissima, Pamela Mastropietro, 18enne romana, fuggita da
una comunità e andata a finire la sua vita a Macerata, drogata, violentata e
poi uccisa.
Quante sono in Italia, nelle grandi città,
nei piccoli centri, le aree, gli immobili occupati e le strade che si
identificano in piazze di spaccio, prostituzione e di criminalità varia, con
annesso contorno del coprifuoco per gli abitanti e residenti? Tutti ne sono a
conoscenza, a cominciare dalle istituzioni, questori, prefetti, carabinieri,
polizia. Ma nessuno fa nulla, nonostante le denunce, le segnalazioni, gli
allarmi lanciati da cittadini impauriti e disgustati. Ci sono zone “impervie”,
in mano a certa criminalità o controllate dai padroni della droga, dove nemmeno
le forze dell’ordine amano avventurarsi o intervenire: risse, sparatorie e
ritorsioni lì sono la normalità. Come appunto a via dei Lucani, dodicimila
metri quadri di degrado, regno di spacciatori nigeriani. L’ultimo rifugio di
sbandati senza casa e senza onore.
E allora è normale che se arriva Salvini, lo
sciacallo contestato per ruolo e definizione da una cinquantina di oppositori,
venga da tutti gli altri, anche da figlie di partigiani, applaudito, osannato,
incoraggiato a fare, a intervenire, a tornare con la ruspa, perché lì non si
può agire col bisturi.
In ogni caso è lo Stato che deve tornare ad
essere Stato, a fare lo Stato, a garantire diritti, protezione e sicurezza,
anche se il Questore dice che per “mandare lì una pattuglia, devono toglierla
da un’altra parte”
È inconcepibile che una ragazzina di 16 anni
che beffa o elude la famiglia, che si prostituisce per ottenere droga, che viene
ripetutamente abusata dal branco, dopo averle somministrato un mix letale di
sostanze, venga lasciata morire come un cane abbandonato, agonizzante, sulla
strada.
Siamo al tramonto totale dei valori e delle
regole civili, di ciò che secoli di storia e di cultura ci hanno lentamente tramandato,
in fatto di coscienza, condivisione e consapevolezza.
Siamo di fronte a un’ennesima tragedia che da
tempo non è più solo privata, ma innegabilmente pubblica e sociale.
L’orrore che avevamo provato ad esorcizzare è
diventato una solida certezza.
26 ottobre 2018 (Alfredo Laurano)
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