Se la vicenda del sindaco di Riace ha
scatenato un considerevole e inatteso clamore mediatico, quella della sindaca leghista
di Lodi, per opposti motivi, non è stata meno sorprendente.
Secondo la sua punitiva ordinanza, genitori
immigrati, che vivono e lavorano regolarmente da anni in Lombardia, con i
documenti in regola e tasse pagate, per poter usufruire delle agevolazioni
scolastiche, bus e mensa, per i propri bambini nati in Italia, non possono
autocertificare la loro condizione economica, ma devono produrre documenti
originali del loro Paese di origine, che dimostrino che non posseggono redditi
o beni immobili. Dovranno andare fino in Pakistan o nelle Filippine, con costi
insostenibili o attendere mesi e mesi che qualche solerte funzionario lo attesti.
Oppure recarsi in Siria e chiedere alle fazioni in guerra che mettano un timbro
sulla loro casa bombardata in una città distrutta. Così è stato disposto
dall’amministrazione comunale di Lodi.
Tutto ciò ha prodotto un’apprezzabile e
convinta reazione popolare.
Accanto ai cittadini più feroci, egoisti e
intransigenti, favorevoli all’iniziativa di quella sindaca che hanno
evidentemente votato ed eletto, ne sono comparsi tanti altri, profondamente
indignati, che hanno fatto una colletta e raccolto in pochi giorni 145mila euro
da destinare alla copertura delle spese del servizio per le famiglie più indigenti.
Con i soldi raccolti, potranno pagare la differenza tra quanto avrebbero pagato
in base al loro reddito Isee e la tariffa massima, per di più aumentata, almeno
fino a dicembre prossimo.
La discriminazione aveva penalizzato tutti i
bambini figli di immigrati che non potevano accedere al servizio e pranzare con
i loro compagni, ma costretti a mangiare un panino, preparato dalle mamme, in
un’aula a parte che li emarginava. Ora, circa 180 bambini stranieri torneranno
a mensa con tutti gli altri.
Non solo esempi di ordinario, congenito
razzismo, ma anche sprazzi di generosità, solidarietà e vicinanza, nell’Italia
che preferiamo.
Dopo settimane di polemiche e proteste, di pressione
mediatica e ore e ore di presidio sotto la sede comunale, di rifiuti di dialogo
e risposte da parte di una giunta arrogante e desaparecida, da oggi a Lodi è
tornato uno spicchio di umanità.
(Alfredo Laurano)
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