Vorrei proprio
vederlo quello che ha il coraggio e l’impudenza di comprare, a 8 euro la
bottiglia da 0,75 (circa 11 euro al litro), l’acqua brandizzata da Chiara
Ferragni. Quella che “Il Sole 24 Ore” definisce fashion blogger, influencer
tuttologica, già sposa branded content del rapper Fedez, nell’unico matrimonio
in cui, accanto ai testimoni, sedevano i testimonial.
Costei, icona
della moda del ventunesimo secolo, ha firmato una serie limitata di bottiglie
di acqua Evian, appunto da 8 euro al pezzo. La campagna è di grande attualità
grazie ai social, alle foto del prodotto in scaffale che fanno il giro del web
e alle conseguenti polemiche.
Acqua quasi
santa e benedetta, icona di purezza, ode alla libertà e alla giovinezza dello
spirito: la visione grafica della bottiglia che incarna la famosa filosofia
"Live Young" di Evian, con disegni subliminali di fantasia e un
contenuto che non vale praticamente nulla, trasuda
la gioia di vivere che è il segno distintivo della blogger più ricca del mondo.
La sua acqua
firmata, imbottigliata negli stabilimenti francesi e proposta ovviamente in
edizione limitata, è da tempo nel catalogo delle “acque minerali di lusso”. Tra
le top: Veren a 11, Vichy Catalan 9,5, Armani 8,4 (più il costo di spedizione).
In pratica
costano scandalosamente più di un buon vino e dell’olio extravergine di oliva,
che richiedono tanto lavoro, competenze, spese e sacrificio.
Tutto ciò è ancora
più assurdo, perché parliamo di un prodotto che nel panorama alimentare ha un
costo della materia prima praticamente vicino allo a zero. Ma in questo gioco
dell’assurdo non c’è da stupirsi.
Noi italiani,
pur avendo una rete di acquedotti pubblici di buon livello, consumiamo 14
miliardi di litri di acqua minerale ogni anno (206 litri pro capite), e questo
ci colloca al secondo posto nel mondo.
Anche il
Codacons si schiera contro l'acqua firmata Ferragni: “Vendere una bottiglia di
normalissima acqua da 0,75 litro a 8 euro è un fatto non solo immorale, ma
potenzialmente illegittimo. Esiste infatti in Italia una legge, la 231/2005 che
prevede il contrasto dei prezzi anomali nel settore alimentari”:
Ma quanto è
educativo, soprattutto per i giovani, accostare un bene di prima necessità, da
cui dipende la vita di miliardi di persone, alla logica della merce rara e di
lusso che solo pochi possono permettersi?
Per Evian e la testimonial,
certamente lo è, anzi, più se ne parla, più si critica e moralmente si
condanna, più aumenta il business di chi sfrutta la conseguente pubblicità
spontanea di ritorno. Gli affari non conoscono l’etica.
È comunque un
insulto a tutti quelli che nel mondo muoiono di sete o non hanno accesso
all’acqua, bene primario assoluto, o si fanno dieci chilometri a piedi per
riempirne un secchio.
Invece, Chiara Ferragni
è come Re Mida: tutto ciò che tocca diventa oro, acqua compresa.
Io, quella
bambola o quella slot machine che produce solo soldi e ricchezza per il suo
impero, in quell’acqua ce l’affogherei.
Metaforicamente,
s’intende.
10 ottobre 2018
(Alfredo Laurano)
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