L’acceso confronto telefonico di qualche
giorno fa, fra Marina, mamma di Marco Vannini, e Federico Ciontoli, a "Quarto Grado", ha qualcosa di
incredibile e surreale, nello stesso tempo.
Non solo per l’assurda accusa rivolta da
Federico a Marina di non aver voluto il dialogo e di aver tenuto un
comportamento di chiusura nei confronti dei condannati, ma, soprattutto perché
ribalta lo stato delle cose e dei rapporti.
In tre anni e quattro mesi (dalla morte
di Marco), nessun esponente di quella famiglia, riconosciuta in primo grado
colpevole di omicidio, ha in realtà cercato umilmente quei genitori disperati,
non ha mai rivolto loro un pensiero, una parola, un gesto di scuse e
pentimento. Non ha mai visitato la tomba di Marco, né la casa dei suoi
genitori.
E non l’ha fatto, in particolare,
nemmeno “l’amatissima” fidanzata Martina, che, presa da suo futuro, dagli studi
da infermiera e dal suo successivo lavoro, ha immediatamente dimenticato quel
giovane biondo che diceva di amare alla follia. E ha reagito con la dovuta
resilienza, ha riorganizzato positivamente la propria vita, si è lasciata
scivolare addosso e ha rimosso una tragedia che, a suo dire, era inevitabile
(intercettazioni ambientali della sede dei Carabinieri). Chissà poi perché.
Strappato il telefono dalle mani della
giornalista che aveva chiamato il giovane e dimagrito Ciontoli, per
chiarimenti, Marina gli ha urlato con tutta la forza e la rabbia, a lungo
covata: “Federico, mi fai pena, mi fai
pena. Sono la mamma di Marco e mi stai facendo veramente pena. Ti voglio dire
soltanto questo, hai avuto più di tre anni per poter parlare con me e non l’hai
mai fatto. Hai detto solo menzogne e continui a dire menzogne e ad arrampicarti
sugli specchi”.
Mamma Marina inizia così a riportare «il
mare di menzogne» che gli sono state dette, intercalando con «vi dovete
vergognare». «Non siete venuti mai al cimitero a trovarlo, tua sorella si deve
vergognare» insiste Marina.
«Mi dispiace veramente
– risponde Federico – Ti ho detto quello
che sapevo. Vediamoci, parliamone, ma non con i giornalisti. Marina ti prego,
ascoltami», insiste, cercando di bloccare la foga di quella donna, provata
dal dolore e dall’indifferenza.
«La cosa che mi dà più fastidio
è che voi non avete mai usato una parola per mio figlio. E soprattutto, tu
Federico, ti devi rendere conto che Marco si poteva salvare. E ce lo avrai per
sempre sulla coscienza. Tu, tua madre, tua sorella e tuo padre non avete fatto
niente per salvarlo», sbotta ancora mamma Marina, che non
lascia spazio alle risposte del ragazzo. Che cerca di giustificarsi dicendo: «Marina siamo stati schiacciati da qualcosa
di grande». A quel punto, Marina va su tutte le furie: «Di grande! Ma ti rendi conto quando parli di Marco cosa dici? Di
grande è solo per me e mio marito Valerio».
Federico sembra disponibile ad un
incontro con Marina. «Ti spiegherò ogni
minimo dettaglio, tutto quello che vorrai sapere. Tutto quello che vorrai
sapere» ripete più volte. «Potrei avere l’opportunità di spiegarti
qualcosa che ti fa capire che forse non è come pensi».
Questa telefonata ha
avuto luogo dopo che, qualche giorno prima, Federico e Viola erano stati
intercettati per strada dalla inviata della stessa trasmissione Quarto
Grado, accusata di aver raccontato bugie, falsità e solo piccoli tasselli di
verità. Cioè, tutte “cavolate”, come le ha definite il furente Federico.
In realtà, Federico non dice
assolutamente nulla e, probabilmente, continuerà a non dire nulla. Dubito che
vorrà veramente incontrare la mamma di Marco per raccontare una sua verità.
L’avvocato Celestino Gnazi, legale dei
Vannini, commenta così, dopo la messa in onda del video: «Mi ha stupito la loro arroganza. Se c’è uno che dice ‘’cavolate’’ è
proprio questo ragazzo che forse è il regista di tutto. Nell’appello del pubblico ministero si
elencano le ‘’cavolate’’ di Federico che addirittura, come un esperto regista,
induce i familiari a mentire lo stesso giorno. Non pensano a Marco che è morto.
Pensano a concertare una versione».
Ma qual è la verità? Non la sapremo
forse mai, perché sepolta da una arroganza intellettuale, da un cinismo senza
limiti e da una inaudita cattiveria nei confronti di quella madre che soffre,
senza darsi pace.
21 settembre 2018 (Alfredo Laurano)
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/caso-vannini-confronto-esclusivo-tra-la-mamma-di-marco-e-federico-ciontoli-mi-fai-pena-_3163421-201802a.shtml
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