La bugia come regola, la volgarità come metodo e una serie di battute e critiche come unico, miserabile contenuto: ormai è palese come e quanto l'informazione italiana disinformi gli italiani.
E lo fa assecondando, cavalcando e diffondendo, soprattutto sul Web, la politica degli slogan, dei selfie, dei tweet, dei post su FB, delle fake news, delle insinuazioni, della caccia all’errore, alla svista o al congiuntivo, attraverso le mezze verità, i racconti verosimili o presunti, le dichiarazioni estorte con l’inganno e la premeditazione o con fotomontaggi, spacciati come veri. Come se fossero tutti autori, sceneggiatori, acculturati, sapienti, enciclopedici.
È una guerra sporca (come tutte le guerre), sempre più spietata fra le parti, condotta con ogni mezzo nelle sconfinate praterie della dialettica, con l’inganno, con l’offesa pesante e i colpi bassi, con l’intento di colpire forte, a prescindere, prima che colpisca l’altro.
Si fa a chi la spara più grossa, a chi coglie in fallo e ridicolizza l’avversario.
Si aggredisce prima di essere aggrediti.
Si segnalano lacune, demeriti e scivoloni del “nemico”, ma non si concretizza nulla di proprio e costruttivo.
Si demolisce a oltranza, ma niente si propone.
Tutti sono e restano, per definizione, incautamente cialtroni.
È una continua, inarrestabile, nauseabonda e reciproca operazione di discredito, priva di ogni forma d’etica. E tutto si fa sempre più patetico e virale: le bugie camminano con inaudita fierezza sulle proprie gambe di cartone.
Per la cronaca, il Di Maio, ormai sempre ferito, precisa e riferisce: “Giornalisti ignoranti o in malafede mi accusano di aver sbagliato a chiedere a Emiliano cosa stesse facendo per Matera, lasciando intendere che io non sappia in che regione sia. Invece sono loro che non sanno che la Regione Puglia sta facendo e ricevendo investimenti milionari in vista dell'appuntamento con Matera capitale della Cultura. In particolare:
- 100 milioni di euro per il raddoppio della ferrovia Bari Matera e le opere connesse
- Bando Pubblico per il Concorso di Idee “La Murgia abbraccia Matera” per finanziare attività di diverso tipo.
- 2 milioni di euro per valorizzare storia, cultura e paesaggio lungo l’itinerario che dalla Puglia va a Matera.
Non sanno che il consiglio regionale pugliese ha addirittura approvato una legge per la promozione del turismo culturale in occasione di "Matera Capitale della Cultura 2019".
Ma questo è solo un eclatante esempio, fra migliaia, di una improbabile e inutile linea di difesa, che a nessuno interessa, che nessuno coglie o per la quale prenda atto e si ricreda. Non sono ammesse rettifiche o errata corrige.
Provate per un attimo a pensare se le sfide politiche e di stampa, di qualche decennio fa, fossero state così condotte da gente come De Gasperi, come Togliatti, come Moro, come Berlinguer o dotate di straordinaria ironia come il divo Andreotti. Nei comizi, nelle tribune politiche, nei confronti giornalistici più accesi e intensi, quanto meno, stravinceva il rispetto, trionfava l’eleganza.
Ignoranza, presunzione, arroganza e mala fede sono oggi alla base dei conflitti parolai, delle sfide retoriche e ripugnanti che accomunano eserciti contrapposti e fazioni in campo.
Molto più di quanto accadeva nel vissuto e tormentato ventennio berlusconiano, alimentato da sotterfugi e falsità, da processi e amnistie, dal Bunga Bunga, come filosofia di vita, da stallieri, fondatori e padri nobili d’indole mafiosa e da truppe di Olgettine e nipotine di Mubarak.
Forse perché c’è da spartire quella ricca torta di larghi consensi e cocenti delusioni, che l’imperatore d’Arcore ha lasciato in eredità.
Piddini residuali, a rischio di estinzione, ex premier presuntuosi e bugiardi che non s’arrendono nemmeno alla sconfitta, pluristellati in cerca di onestà e identità e leghisti rampanti e forcaioli si contendono il bottino a suon di insulti e parolacce. Di minacce e manovre disumane.
Editori, stampa, social e TV non fanno più giornalismo, ma raccontano il gossip: assistono agli scontri, enfatizzano le parti, fomentano la piazza e fanno propaganda, secondo il proprio schieramento e tornaconto.
Scaramucce, battaglie, baruffe, risse verbali, duelli e guerriglia di bottega: non vincerà mai nessuno, perderà sempre la presunta, improbabile obiettività e ogni forma di rispetto, di civiltà e tolleranza.
(Alfredo Laurano)
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