Lacrime,
tristezza e vera commozione.
Non avevo alcuna
intenzione di tornare ancora sulla tragica storia di Marco Vannini, visto che
ne ho scritto parecchio, anche in questi giorni e in queste ore.
Ma la straziante
ricostruzione della mamma Marina, a Domenica In di poco fa, il suo misurato e
sofferto racconto della notte in cui è morto Marco, la sua compostezza, il suo
tangibile dolore e quegli occhi lucidi, che a stento contenevano le lacrime, hanno
davvero commosso tutto il pubblico e gli spettatori di mezza Italia.
Una forte carica
di empatia si è levata da quello studio televisivo, normalmente prodigo di
giochi, gossip, frizzi, lazzi e cotillons, fino a coinvolgere chiunque abbia
ancora un po’ di umanità e sani sentimenti. Molti hanno pianto e sofferto con
quella donna dignitosa, così provata nella sua intimità e nel suo ruolo di
madre, cui hanno strappato l’unico figlio, senza un perché, senza una ragione.
Sono 40 mesi e 5
giorni oggi, ha detto, tra l’altro, che Marco non è più con noi e che ci manca.
Ha ripercorso
quelle ore, ha rivissuto gli attimi drammatici di quella notte: dall’arrivo al
Pit, alla rivelazione tardiva dei fatti e dello sparo, al sentire Marco freddo,
all’inutile corsa al Gemelli di Roma, per poi scoprire che Marco non c’era più:
il suo cuore si era fermato sull’elicottero che avrebbe dovuto portarlo all’ospedale
romano.
E poi, in un
delicato video, le parole ed i pensieri degli amici, che hanno ricordato l’affetto
e la stima per quel ragazzo ucciso per “gioco o per errore”.
“Chi conosceva mio figlio non poteva non amarlo, ha aggiunto Marina, mio figlio grida giustizia e con lui grida tutta la comunità. Ovunque
vada ci sono persone che mi sono vicine e che chiedono giustizia con me”.
Non resta che
sottolineare la correttezza di Mara Venier, che ha lasciato parlare quella
madre ferita, senza interromperla - come accade quasi sempre - e per il garbo,
la sensibilità e la delicatezza dimostrate nei suoi confronti.
Il suo abbraccio
era autentico, come la sua stessa, e la nostra, commozione.
(Alfredo Laurano)
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