Mancava, in
effetti, soltanto la celebre Musichetta de “Il ponte sul fiume Kwai”, unita, o
in alternativa, alla classica sigla tratta da “Via col Vento”, comunque, da non
sottovalutare.
Non è solo il
sorrisetto di circostanza di Toninelli, a favore di
pubblico e telecamere, accanto alla riproduzione del ponte Morandi di Genova, che
ha scatenato la rabbia dei telespettatori che hanno protestato su Twitter e
polemizzato sui Social.
A “Porta a
Porta”, è tornato il plastico e il ministro è compiaciuto e in posa: un’Immagine
innocua, ma irritante. "Toninelli e
Vespa giocano con il plastico del ponte Morandi", "uno spettacolo
indecente", "Che schifezza".
Alcuni utenti
vanno oltre il gesto e si concentrano sull'emergenza del capoluogo ligure e
sulla ricostruzione. Manca il nome del commissario, l’indicazione di chi
ricostruirà Ponte Morandi e la tanto annunciata revoca della concessione ad
Autostrade.
Ma intanto il ministro
dei Trasporti - per molti, con una sarcastica “t” in più: Tontinelli, che
maneggia il tratto (in scala) del viadotto crollato a Genova - sorride a
prescindere e aggiunge: "Dal 14
agosto lavoro per ridare dignità a Genova, la prova è il decreto".
Ma, a un mese
dalla tragedia, era proprio necessaria la sfilata da Vespa, che più che un
giornalista, è un pettegolo gossipparo che si nutre di plastici e
ricostruzioni, uno speculatore di drammi e di disgrazie, una star
sopravvalutata e strapagata?
Democrazia
diretta dal basso, trasparenza radicale: gli attivisti del Movimento 5 Stelle,
duri e puri, ne avevano fatto le parole d'ordine nella rivolta contro la Casta
e i partiti. Racchiuse in uno slogan: “Ognuno vale uno”. Lo ricordate, era solo
pochi anni fa?
In principio
era il divieto assoluto, "la televisione è morta", "il talk è il
vostro punto G" (disse Beppe Grillo alla consigliera comunale Federica
Salsi, rea di essere andata ospite a Ballarò).
Nessun
pentastellato rilasciava interviste, rispondeva a domande, accettava il
confronto, il contraddittorio politico. Tutti rifiutavano di partecipare ai
talk e alle trasmissioni televisive.
Poi, col
tempo, sono venuti i ripensamenti, grazie soprattutto ad Alessandro Di Battista,
che convinse Gianroberto Casaleggio a riprendere ad andare in video e a parlare
con “gli infedeli”. E finì il tempo dei collegamenti solitari, spesso in
esterna, senza "contaminazioni" con le trappole mediatiche.
Oggi, gli M5S
non chiedono più garanzie degli altri, come avveniva un tempo, e mettono in
campo, dappertutto, i loro leader. Il perno della Comunicazione è il capo
ufficio stampa, l’ex grande fratello Rocco Casalino: è lui a decidere chi va,
dove e quando va e a quali condizioni. È lui a trattare direttamente coi
programmi ed i canali.
Porte aperte,
allora, da Madonna D’Urso, da Floris, da Formigli, da Bianca Berlinguer e anche
alle trasmissioni di chiacchiere e cucina, ovunque sia utile alla causa e alla
propaganda di partito. Ovunque ci sia una ribalta ben illuminata, ovunque
l’audience paghi, salga e faccia crescere consensi e visibilità.
E quindi anche
dall’eterno Vespa allineato, di lotta e, soprattutto, di governo, nel salotto
bianco più in quota dell'establishment.
Una scena
vista e rivista che si è ripetuta, con antico disgusto, anche ieri sera.
15 settembre
2018 (Alfredo Laurano)
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