Non so perché - ma forse si,
conoscendo un po’ delle regole e delle dinamiche della nuova Comunicazione e
dell’editoria moderna, selvaggia e senza freni - quando ho letto il sottotitolo
della “Agenda Spirituale”, nuovo
testo di Gian Piero Ferri, “migliorare se
stessi in 52 settimane” mi sono venuti in mente i tanti manuali, compendi,
opuscoli, guide, prontuari e vademecum, di ogni salsa, materia ed argomento,
che affollano edicole e librerie.
Ce
ne sono di ogni inimmaginabile tipo: per rimodellare il corpo, per la dieta e
la cucina, per l’amore, per aver fortuna nel lavoro o con le donne, per le
stelle, l’oroscopo e i segni zodiacali, per vivere sani, felici e belli, per
vincere al lotto o fare soldi. Il tutto, anche attraverso cinquanta, cento o
mille sfumature di grigio e di colori vari ad libitum, a capriccio e
piacimento.
Ma non dello Spirito e del suo
incontro, come fa Ferri in questo suo breviario, dopo aver già percorso, nel
tempo e nella formazione, un sofferto e lungo cammino. E’ in questo nuovo
viaggio, attraverso 52 tappe - le 52 settimane dell’anno - che si sviluppa il
confronto.
Ogni settimana è introdotta da un
verbo, cioè da un’azione, da un movimento del corpo o dello spirito o di
entrambi. Nutrire, contemplare, toccare, rinascere, cercare, accogliere,
incontrare, dialogare, accettare, fecondare… questi verbi sono, rappresentano e
raccontano quasi tutta la nostra vita. L’autore non dà indicazioni di comportamento, ma
suggerisce temi di riflessione su cui ciascuno di può confrontarsi, in cerca
del proprio equilibrio spirituale.
Come scrive il prefatore, l’autore
ha scoperto che quello che conta non è la meta, ma il viaggio, perciò invita il
viaggiatore a muoversi spoglio di ogni maschera ed ogni difesa, rivestito
soltanto di una completa e totale fiducia nella gioia e nella meraviglia che
scaturiranno dall’incontro, che si svolge nella quotidianità, nell’assoluta
normalità della vita vissuta così com’è.
E’ come l’essenziale atto del
respirare che ci consente di vivere.
Ma chi di noi - anche quando il
respiro guida meditazione o ginnastica, aiuta a controllare il dolore o ad
attenuare le forti emozioni e le profonde passioni - normalmente ricorda che
sta respirando o ne ha coscienza?
Perché lo Spirito non è l’antitesi
del corpo, ma il suo respiro.
Non c’è una separazione netta tra
due elementi, una rigida dicotomia tra spirito e corpo, tra sentimento e
ragione. Non c’è alcun dualismo tra categorie distinte, opposte o contrapposte,
che non necessariamente si escludono a vicenda, ma possono essere
complementari, perché siamo una sola entità, un’unica realtà di un unico
essere, nel quale si armonizzano, generando una sublime sinfonia.
Chi scorge una differenza tra
spirito e corpo, non possiede ne’ l’uno ne’ l’altro, sosteneva Oscar Wilde.
Sogni, favole, illusioni, storie,
leggende, sensazioni, impressioni, voli di piume, lacrime di luna e soffi
d’amore si fanno realtà:
creiamo ologrammi con i nostri
pensieri che possono influenzare il mondo intorno a noi e li proiettiamo su
altre persone.
Sono stati di coscienza, momenti e
nuovi modelli di crescita legati a fatti umani, avvolti dallo Spirito, il
valore stesso della vita è avvolto nel pensiero dello Spirito, così come quello
della morte.
È in questo accordo con lo Spirito
che si contemplano i ritmi dell’uomo e del mondo, nella vita, nell’amore,
nell’amicizia, nel mutare delle stagioni, nel battito del cuore, nel sorgere
dall’aurora, nel calar della sera.
L’autore si chiede come, quando,
dove e perché opera lo Spirito, che diventa mediatore del dolore, veicolo di
luce, di liberazione o inevitabile attrazione. Un supporto interiore per
l’anima, di natura superiore, che riconosce il bene, dove il divino compie le
sue scelte.
Si interroga,
anche, su cos'è lo Spirito, su quale sia la sua natura, la sua potenza e la sua
dimensione, su come si alimenti dalla stessa vita, nel suo divenire.
Contempla il mistero della
creazione, perché ogni sentimento nasce dallo Spirito, che si nutre di amore
immortale e universale, che segretamente chiede a sua volta di ricevere, e
custodisce nell’ignoto fluire.
Nella sua incorporeità, incapace di
errore, lo Spirito è vita, è manifestazione trascendente che non ha bisogno di
orpelli o di consensi per abitare ogni luogo della vita, per i credenti, grande
palcoscenico del divino.
E il 13
luglio, nella sua Agenda Spirituale, Gian Piero Ferri scrive: “L’amore
eterno è la forza straordinaria che spinge l’uomo, in forza dello
Spirito, nella direzione del bene.
Vorrei
tanto poter condividere questa riflessione per non parlare di utopia o società
ideale - da Platone a Marx, passando per Agostino e Tommaso Moro - ma confesso
che mi resta assai difficile riconoscere e ritrovare questa chimerica verità
nella nostra società, sempre più cattiva, ingiusta, priva di umanità e di gioia
condivisa.
Tutto il mondo è diventato, si, un palcoscenico, non
già del soffio divino, ma dai demoni dell’indifferenza, dell’egoismo, della
violenza.
(Alfredo Laurano)
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