Lo
Spread sale, il Pil scende, le Borse perdono mentre si è chiusa la bozza del “contratto
di governo” giallo-verde. Tantissimi i temi indicati e trattati, ma che necessitano
di un vaglio politico primario o sono in corso di approfondimento.
Tutto,
quindi, ancora da approvare e verificare dalle parti in causa e, poi,
eventualmente, dal presidente della repubblica, in veste di notaio.
Movimento
Cinque Stelle e Lega, a fine settimana, sottoporranno la bozza ai propri
iscritti, nelle piazze e nelle piattaforme digitali.
Argomenti
vasti e titoli piuttosto impegnativi, come: debito pubblico e deficit, ambiente,
green economy e rifiuti zero, fisco e flat tax, giustizia rapida ed efficiente,
lotta alla corruzione, reddito di cittadinanza, immigrazione e rimpatri, taglio
dei costi della politica, delle istituzioni e delle pensioni d’oro, procedure
penali e legittima difesa, pensioni e legge Fornero, Tav Torino-Lione,
riconversione dell’Ilva e livelli occupazionali, rapporti con la UE e tanto
altro ancora. Non si hanno notizie, però, di chi sarà il premier, mentre resta
da trovare l’intesa sui nomi, per la
squadra dei ministri
Questo
nutrito programma preoccupa i mercati: lo spread, come dicevo, sale sopra 150
punti, Piazza Affari perde il 2,3%. Il quadro politico italiano torna sotto la
lente degli investitori. Per Salvini, sono "giochini
della finanza", per Di Maio, è "paura
dagli eurocrati".
Alessandro
Di Battista va giù molto pesante: "i
"fantomatici" mercati sono tornati a farsi sentire. Eppure non
aprivano bocca quando si massacravano i lavoratori, si tagliavano le pensioni,
si regalavano denari pubblici alle banche private o si smantellava, lentamente lo
stato sociale nei paesi di mezza Europa. Sapete quel che penso di Berlusconi,
ma l'ultimo suo governo - un governo per me pessimo - è stato abbattuto più che
dagli scandali, dalla congiura dello spread. Oggi "i potenti senza
volto" cercano di buttare giù un governo non ancora nato il quale, proprio
per questo, ha il dovere di nascere”.
Sempre
che davvero lo vogliano le parti, il popolo sovrano, il Parlamento e il paziente
Mattarella.
Ma,
nel circo senza rete del potere e della vanità, tutto vacilla sul precario filo
percorso dai due funamboli in cerca di stabile equilibrio, mentre scrivono “pagine
di Storia”.
A
Roma, nel frattempo, lontano da quei palazzi, pecore e caprette brucheranno l’erba
nei parchi, nei giardini e nelle ville storiche, come tosaerba naturali.
Topi,
gabbiani e cinghiali permettendo. (Alfredo Laurano)
Nessun commento:
Posta un commento